Europeo: partiti da campioni, torneranno da campioni. La Rojita esulta a Gerusalemme alzando la coppa dell’Europeo U21 bissando il successo di due anni fa.
[ad]Gli azzurrini di Mangia erano perfettamente consapevoli della strapotenza avversaria e, lo stesso tecnico, non ne aveva fatto mistero: “Non mi offendo se qualcuno dice che la Spagna è la favorita ma in campo saremo 11 contro 11”.
Il giudice che ha emesso il verdetto è stato la futura stella blaugrana Thiago Alcantara che segna dopo appena sei minuti e si ripeterà altre due volte prima della fine del primo tempo.
Ogni azione spagnola sembra essere telecomandata e destinata a terminare nella rete difesa da Bardi ma gli azzurrini si difendono e ci credono. Le vittime designate, o presunte tali, ci mettono, se non altro, la voglia e per un momento, esattamente il decimo, ci fanno sperare. Bianchetti pesca Immobile che insacca alle spalle di De Gea con un pallonetto. Uno a uno.
Si sa che quando infilzi il toro con la prima banderillas non lo distruggi ma si arrabbia. Così è stato per la Spagna: subìto il gol non lascia più spazio agli azzurri e scatena l’uragano Thiago Alcantara che va a segno su azione e poi, dopo l’assegnazione di un penalty generoso per il fallo di Donati, su rigore. Gli italiani continuano a provarci ma riescono a creare pochi pericoli per De Gea quando, dall’altra parte del campo, Bardi è costretto a fare gli straordinari a causa di una difesa un pò troppo ballerina.
Nel secondo tempo le furie rosse, versione in miniatura, scendono in campo più rilassate ma il discorso non cambia: dopo un paio di azioni di Insigne e Florenzi, la Spagna torna ad imporre il proprio dominio incontrastato sulla partita. Mangia cerca di mischiare le carte in tavola togliendo Immobile e Florenzi per Gabbiadini e Saponara che non sono ancora posizionati quando l’arbitro assegna il secondo rigore, più netto, a favore della Spagna.
Alcantara ha già conquistato la tripletta così batte Isco che segna e porta il risultato sul 4 a 1. Il resto della partita si rispecchia nel tentativo azzurrino di rendere meno pesante il divario e, grazie a Borini, riesce nell’intento. Fischio finale, Italia sotto la doccia e Spagna a festeggiare.
Nonostante la sconfitta finale, l’Europeo d’Israele ha regalato tante emozioni alla selezione italiana che, parole dello stesso Mangia, era partita per sognare.
Gli azzurrini hanno fatto passare il messaggio che più conta: i club devono utilizzare maggiormente i giovani del vivaio poiché sono una risorsa infinita di fiato, passione e ardore. L’Europeo ha dimostrato ancora un’altra cosa: il calcio spagnolo, se è questo l’avvenire, non è per niente tramontato, anzi, come direbbe Marx: “Uno spettro s’aggira per l’Europa: è lo spettro del tiqui taca”.