Azzurri ancora alla ricerca della crescita… ed il Brasile ci asfalta
Non avevamo Pirlo e De Rossi, abbiamo preso la traversa con Maggio, nel secondo tempo potevamo pareggiare e, forse, vincere, loro hanno vinto tutti i rimpalli, abbiamo avuto sfortuna. Ecco alcune delle frasi che saranno ripetute come un mantra stamattina dai tifosi italiani dopo la sconfitta per 4 a 2 contro il Brasile.
[ad]Frasi che rispecchiano appieno il classico vittimismo tricolore. E’ vero che gli azzurri sono cresciuti rispetto alla gara contro il Giappone, minimo indispensabile, ma è anche vero che non sono in grado di giocarsela contro le grandi. Inutile cercare le scuse più varie: difesa fuori giri, aggressività zero e poca ricerca delle punte sembrano essere i nuovi pilastri della nazionale prandelliana.
Ripetitivo Prandelli che ripete le parole dette nel dopogara contro il Giappone: “Siamo alla ricerca di una crescita” e, a chi gli fa notare che, molto probabilmente, incontreremo la Spagna in semifinale, dice: “Loro sono la squadra più forte al mondo, quindi ci va bene per proseguire nella nostra crescita: cercheremo, recuperando le forze, di fare la nostra partita.”. In effetti, se l’Italia scendesse in campo con la stessa mentalità di ieri, si potrebbe assistere a due partite diverse: Spagna che schiaccia gli avversari nel primo tempo e l’Italia in cerca di un’impossibile rimonta nel secondo.
Dopo ieri sera Prandelli, come la nazione intera, si è potuto accorgere di un dato allarmante: 8 gol subiti in tre gare! Fino agli inizi degli anni duemila, l’Italia si poteva vantare di una difesa spaziale. Zambrotta, Cannavaro, Nesta ed il più vecchiotto Maldini erano i migliori difensori in circolazione. Non è cambiato molto: Barzagli è reduce da due annate strepitose, Chiellini idem, Bonucci è migliorato e De Sciglio ha enormi prospettive davanti a sé. Il problema è che il BBC (Barzagli-Bonucci-Chiellini) gioca in una difesa a tre con la Juve ed, ovviamente, fatica ad abituarsi al modulo a quattro. Speriamo che il cambio tattico di Conte – difesa a quattro – voluto per fronteggiare le big d’Europa, possa servire anche per abituare meglio i difensori in vista del prossimo mondiale.
A onor del vero, giusto per smantellare ulteriormente il vittimismo, si deve anche ammettere che non ci siamo trovati di fronte il solito Brasile: Neymar è risultato un po’ statico ed i centrocampisti non hanno brillato in fase di impostazione.
Il risultato finale, come dice anche Prandelli, può essere snobbato per evitare di scoraggiarsi ma la prestazione azzurra rimane appena sotto la sufficienza. Come direbbero i professori durante un colloquio con i genitori: gli azzurri sono bravi e studiano ma non si applicano.
Lorenzo Stella