I mercati fanno un respiro profondo, accelerando i ribassi delle scorse settimane dopo l’annuncio del presidente della Federal Reserve Ben Bernanke che il terzo round di quantitative easing si avvia a conclusione entro la metà del 2014, a patto che le condizioni economiche (il tasso di disoccupazione innanzitutto) lo consentano.
[ad]Il mercato, che come noto è da diversi anni in una situazione di perenne droga monetaria, si ritrova quindi quasi improvvisamente in astinenza e gli investitori che prima acquistavano qualunque cosa assicurasse (per modo di dire) un rendimento positivo (come i bond del Ruanda), hanno ora cominciato ad effettuare decisioni di investimento ponderate.
Ciò ha portato i mercati a valutare meglio le condizioni economiche che dovrebbero essere alla base della ripresa, notando che gli indicatori non consentono poi così tanto ottimismo. Questo non vuol dire che siamo alla vigilia di una serie di tracolli (l’economia potrebbe miracolosamente ripigliarsi), bensì che i mercati si metteranno in una situazione di attesa per verificare se l’economia effettivamente migliorerà nei prossimi mesi, e rientrare sul mercato a prezzi più bassi, o se la crisi è destinata a continuare. Meglio dunque usare prudenza e stare alla finestra, accumulando liquidità e liberandosi delle proprie posizioni, il che spiega i motivi dei peggioramenti sui listini.
Fra le vittime c’è anche l’Italia, che ha visto i suoi rendimenti balzare ed avviarsi di nuovo verso la soglia del 5 per cento, un aumento che non è stato ben esplicitato da uno analogo sullo spread, che in una fase di mercato come quella attuale risulta essere meno significativo che in passato.
L’agenda macroeconomica per la settimana entrante prevede innanzitutto l’IFO tedesco che misura la fiducia delle aziende in Germania. Il dato atteso dovrebbe essere lievemente superiore a quello precedente. Seguirà poi l’indice che misura la fiducia dei consumatori italiani, atteso in lieve ribasso a 86,3 punti.
Martedì sarà la volta delle vendite al dettaglio Italiane, che su base mensile dovrebbero rimanere stabili; andranno poi in asta Bot italiani a tre mesi, mentre al pomeriggio verranno rilasciati gli ordinativi di beni durevoli statunitensi, che su base mensile dovrebbero calare dello 0,1 per cento; infine la vendita di nuove abitazioni USA dovrebbe registrare un rialzo di 9mila unità a 463 mila.
Mercoledì andranno in asta BOT italiani a sei mesi, mentre al pomeriggio conosceremo il prodotto interno lordo statunitense, che su base trimestrale dovrebbe essere confermato a +2,4 per cento.
Giovedì verrà reso noto il tasso di disoccupazione tedesco, che dovrebbe confermarsi ancora una volta al 6,9 per cento, molto vicino alla soglia di piena occupazione; uscirà poi il dato relativo al Pil del Regno Unito, che su base trimestrale dovrebbe aumentare dello 0,3 per cento. Giovedì sarà un’altra giornata importante per i titoli di Stato italiani, visto che verranno messi in asta buoni del Tesoro poliennali a cinque e soprattutto a dieci anni, e i rendimenti anche in questo caso sono attesi in impennata. Dagli Stati Uniti arriveranno le consuete nuove richieste di disoccupazione dovrebbero risultare in calo di 9mila unita a 345 mila.
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[ad]Venerdì verrà reso noto il livello di fiducia delle aziende italiane, che dovrebbe risultare lievemente in aumento, come pure l’indice dei prezzi al consumo in Italia, almeno su base mensile.
La stima preliminare dovrebbe segnare un aumento dello 0,2 per cento su base mensile. Conosceremo anche l’inflazione tedesca, che dovrebbe aumentare dello 0,1 per cento su base mensile, e dell’1,7 per cento su base annua almeno nelle stime preliminari.
Giovanni De Mizio