Dopo 27 mesi di processo, più di 50 udienze e circa 7 ore di camera di consiglio, ecco la sentenza di primo grado del processo Ruby: Silvio Berlusconi è stato condannato a 7 anni di reclusione e interdetto in modo perpetuo dai pubblici uffici per i reati di concussione per costrizione e prostituzione minorile.
[ad]La corte ha accolto tutte le richieste della procura portando addirittura la pena complessiva a superare di un anno quanto avanzato dall’accusa: i Pm il 6 maggio scorso avevano infatti chiesto la condanna del Cavaliere a 6 anni di reclusione, senza le attenuanti e con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici oltre al divieto di assumere cariche in strutture praticate abitualmente da minori. Cambia anche la tipologia di concussione: non per induzione così come rilevato dall’accusa, ma per costrizione, formula più grave. Il tribunale di Milano ha inoltre deciso di rinviare al Pm le carte per valutare l’eventuale reato di falsa testimonianza da ascrivere ad una lunga lista di testimoni, tra cui l’ex consigliere diplomatico Valentino Valentini, l’europarlamentare Licia Ronzulli, la funzionaria della questura di Milano Giorgia Iafrate, la parlamentare Maria Rosaria Rossi, le showgirls Marysthell Garcia Polanco e Francesca Cipriani, il cantante Mariano Apicella. Disposta infine la confisca dei beni già sequestrati in passato a Ruby e al suo compagno Luca Risso.
All’uscita del tribunale, l’avvocato dell’ex premier Niccolò Ghedini ha rilasciato alcune dichiarazioni a caldo ai tanti cronisti presenti fuori dall’aula: “Era una sentenza largamente attesa, faremo appello e poi il ricorso in Cassazione”. E aggiunge: “Personalmente sono sereno perché sono tre anni che dico che questo processo qui non si possa fare; ciò che è accaduto oggi è un fatto estremamente grave. E’ una sentenza che è completamente al di fuori della realtà, al di fuori degli atti processuali. La decisione del Tribunale non ha assolutamente tenuto conto della realtà processuale”. A stretto giro di posta ecco arrivare i commenti sdegnati di alcuni esponenti del Pdl, il coro è unanime. Daniela Santanchè accusa: “E’ una vergogna, è una sentenza politica che non ha nulla a che fare con la giustizia”, così come Lucio Malan: “E’ un vero attentato alla democrazia, una condanna senza prove e senza reato”.
Aspro Fabrizio Cicchitto: “Siamo al limite dell’eversione e quindi del colpo di Stato” – ha detto il capogruppo al Senato del Pdl – “Questa è un’operazione che punta a far saltare il quadro politico esistente: è una sentenza da tribunale speciale, ma mi auguro che il colpo di Stato non riesca”. Ci va giù duro anche Renato Brunetta: “Questa sentenza fa paura. Tutto ciò non è più accettabile, è il momento di dire basta”. Più cauto Angelino Alfano che con un tweet rivela “profonda amarezza e dolore per una sentenza contraria al comune senso della Giustizia”, per poi aggiungere “Silvio, teni duro”. Sul fronte opposto, il Pd esprime il proprio punto di vista tramite un comunicato apparso sul sito dei dem: “Prendiamo atto e rispettiamo la sentenza, senza confondere il piano giudiziario con quello politico. Invitiamo il Pdl ad abbassare i toni” mentre il Movimento 5 Stelle, dalla bocca del capogruppo al Senato Nicola Morra, contrattacca: “In uno Stato di Diritto le sentenze vanno rispettate ed applicate, Berlusconi risparmi il paese da inutili barricate. Ora sotto con l’ineleggibilità”. In serata è arrivato anche il commento del diretto interessato Silvio Berlusconi. “Ero veramente convinto che mi assolvessero perchè nei fatti non c’era davvero nessuna possibilità di condannarmi. E invece è stata emessa una sentenza incredibile, di una violenza mai vista ne’ sentita prima, per cercare di eliminarmi dalla vita politica di questo Paese. Non è soltanto una pagina di malagiustizia, è un’offesa a tutti quegli italiani che hanno creduto in me e hanno avuto fiducia nel mio impegno per il Paese. Ma io, ancora una volta, intendo resistere a questa persecuzione perchè sono assolutamente innocente e non voglio in nessun modo abbandonare la mia battaglia per fare dell’Italia un paese davvero libero e giusto”.
I giudici della quarta sezione del tribunale di Milano, presieduta da Giulia Turri, si erano riuniti questa mattina alle 9.45 in camera di consiglio. Poco prima, i legali di Silvio Berlusconi avevano consegnato alla corte 7 pagine di integrazione alla memoria difensiva con la quale il 3 giugno scorso chiesero l’assoluzione dell’ex premier oppure la trasmissione degli atti al Tribunale dei Ministri o alla Procura di Monza per competenza territoriale. Alla lettura del dispositivo assente Silvio Berlusconi così come il procuratore aggiunto Ilda Boccassini, in ferie. Il Pm Antonio Sangermano è stato affiancato quest’oggi in aula dal procuratore della Repubblica, Edmondo Bruti Liberati.