Si è spento ieri sera a Roma il senatore a vita Emilio Colombo. Aveva 93 anni ed era l’ultimo membro dell’Assemblea Costituente ancora in vita.
La vita di Colombo è stata interamente dedicata alla politica.
[ad]Nacque nel 1920 a Potenza, durante il fascismo si iscrisse all’Azione Cattolica e conseguì la laurea in giurisprudenza. Dopo la guerra, nel 1946, a soli 26 anni, fu eletto costituente tra le fila della Democrazia cristiana, partito di cui diverrà uno dei padri storici e nobili. Due anni dopo, in occasione delle prime elezioni politiche dopo la caduta del regime fascista, fu eletto deputato.
Da quel momento la carriera politica di Colombo fu un susseguirsi di incarichi e di ruoli di sempre maggior rilevanza: prima sottosegretario, poi varie volte ministro (Agricoltura, Commercio, Tesoro, Finanze, Esteri), fino ad arrivare, nel 1970, alla Presidenza del Consiglio, carica che ricoprì fino al 1972.
Colombo ebbe anche un ruolo importante a livello europeo: dal 1977 al 1979 occupò lo scranno di Presidente del Parlamento Europeo. Durante gli anni ’80 tornò alla Farnesina, confermandosi fautore di una linea di chiaro orientamento atlantista, anche se non sempre in totale accordo con l’amministrazione americana, come nel caso della cosiddetta “guerra dell’acciaio”, quando l’Italia respinse le richieste statunitensi di sanzioni economiche verso l’Urss.
Da un punto di vista prettamente politico, Colombo partecipò attivamente allo scioglimento della Dc, in seguito a Tangentopoli, e alla ricostituzione del Partito Popolare italiano nel 1994. L’anno successivo si oppose alla scelta di Rocco Buttiglione di spostare il Ppi a destra in un’ottica di alleanza con Forza Italia e Alleanza Nazionale, seguendo la linea di Gerardo Bianco favorevole ad un’alleanza con il centrosinistra di Romano Prodi. In risposta, Buttiglione, a capo della componente più moderata abbandonò il partito, lasciando a Bianco e a Colombo il Ppi, che divenne, insieme all’allora Pds, il perno del neonato Ulivo. Da lì in poi la parabola politica di Colombo andò calando: nel 2001 fu candidato al Senato per il partito centrista Democrazia Europa, ma non venne eletto. Nel 2003, però, l’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, lo nominò senatore a vita.
Dopo le elezioni dello scorso febbraio, ha guidato per l’ultima volta l’aula di Palazzo Madama, in occasione dell’elezione del presidente Piero Grasso.
La morte di Colombo ha suscitato reazione di commozione nel mondo politico. Il governatore della Basilicata, Vito de Filippo (Pd) ricorda così l’ex senatore: “Con la scomparsa del presidente Colombo non ci lascia solo lo statista, ma anche il maestro di molti di noi, di un’intera classe dirigente. Per questo riesco ed esprimere in questo momento solo un grande dolore”.
Anche Pierferdinando Casini, leader dell’Udc, partito a cui Colombo si avvicinò nel 2006, ha voluto rendere onore alla sua memoria: “Un altro grande protagonista della storia italiana ci ha lasciato questa sera. Collaboratore di De Gasperi, uomo di governo illuminato e trasparente, europeista apprezzato in tutto il mondo, Emilio Colombo, già presidente del Parlamento europeo e dell’Internazionale democratica cristiana, ha testimoniato fino all’ultimo nel Senato della Repubblica la sua dedizione per le Istituzioni e per l’Italia. Lo ricordo con commozione ed affetto”.
Alessandro Genovesi