Tutto Ballarò minuto per minuto – 4/10/2011

Amici della grande politica, benvenuti ad una nuova puntata di “Tutto Ballarò minuto per minuto!”. Per vedere l’ultima puntata (25-10-2011) cliccare qui 

Siamo in attesa della quarta puntata del programma condotto da Giovanni Floris, da anni appuntamento fisso del martedì sera di RaiTre.

La puntata di oggi si prevede molto interessante e siamo qui con voi per seguirla in diretta!

Antonio Di Pietro è sempre uno spettacolo in video: sarà interessante seguire la sua performance di stasera! Roberto Formigoni scalpita per la leadership del PdL ma al tempo stesso dovrà difendere l’operato del governo da un mastino come Di Pietro. Ritorno a sorpresa per Sandro Bondi che, dopo qualche dichiarazione d’agenzia, torna nella grande arena di RaiTre. Interessante sarà senz’altro seguire la serata di Massimo Zedda: già il giorno dopo la sua elezione partecipò al programma ma solo in collegamento da Cagliari. E’ un uomo di poche parole e dovrà battersi. E poi, indovinate chi c’è per il mondo industriale…è lui o non è lui? Ma certo che è lui! Diego Della Valle che esordisce in questa stagione dopo l’acquisto di pagine e pagine dai quotidiani nazionali. Concludono il quadro la tributarista Livia Salvini (non è parente dell’ex leader dei comunisti padani) e il vice-direttore del Corriere della Sera Pierluigi Battista.

Questa settimana sono previsti anche i sondaggi di Nando Pagnoncelli.

 

Attendiamo come sempre con ansia la consueta copertina satirica di Maurizio Crozza.

21,06 Incomincia l’anteprima. Floris saluta tutti e presenta Pagnoncelli che illustra sue analisi e suoi dati sulla crisi. Gli italiani sono pessimisti e due terzi dei cittadini pensano che il peggio debba ancora arrivare. E poi il rischio Grecia, cosi vicino. Un terzo degli intervistati prevedono un’uscita dalla crisi dai cinque ai dieci anni. Si presentano gli ospiti (Della Valle in collegamento da una località sconosciuta) e poi pubblicità. Ma basteranno questa volta solo due minuti per uscirne e non dieci anni. E partire con la diretta e con la copertina di Maurizio Crozza.

21,13 Parte Maurizio Crozza con la sua copertina. Il comico genovese vuole parlare con Della Valle e si complimenta perché “ha sbroccato il calzolaio più ricco del mondo”. Don Diego Della Valle (ma non è il padre di Romina Power), l’amico di San Clemente Mastella da Ceppaloni. E’ come se Barbara D’Urso chiedesse la chiusura dei programmi di merda…

Per Crozza Della Valle sta tirando la volata a Montezemolo che cerca di imitare con tentativi goffi. Il Polo dei Carini. Il Terzo Polo Ralph Lauren. La Festa dell’Unità degli industriali sembra carina a parte il fatto che la pasta alla gricia è sostituita dalle aragoste.

21,18 Crozza ora prende di mira Sandro Bondi e il suo attaccamento nei confronti dei Cavaliere (ora lavora a Mondadori). Il grande ritorno di Bondi non galvanizza l’ex ministro che del resto “per contratto non può ridere”. E comunque l’ex sindaco di Fivizzano si è dimesso a differenza del portavoce dei neutrini, che resta direttore generale del Miur.

Grande citazione di Crozza del classico Disney numero dodici secondo il canone ufficiale (canta la canzone dei topini di Cenerentola) e le cronache di Narnia, non molto diverse da quelle di Bossi e del suo Cerchio Magico. Dopo un cenno alle questioni vaticane si parte col primo servizio del programma preparato da Alessandro Poggi.

21,24 Si inizia con una carrellata sulle beghe italiche e con una domanda della bravissima (e bellissima!) Giovanna Pancheri al ministro dell’Economia Tremonti durante la conferenza stampa post-Eurogruppo a Lussemburgo. Solita scenetta con Berlusconi che esce da Palazzo Grazioli con la macchina iper-scortata. Si continua con un tour dei capannoni di Leffe (chi segue bene la Seria B capisce di cosa stiamo parlando) per poi passare ad un domandina vaga, e risposta vaga, al Presidente Marcegaglia. Si chiude con la mini-gaffe di Tremonti sulla Spagna e le elezioni anticipate. “Ho detto così per dire”.

Finisce il servizio e inizia il dibattito. Parte Bondi.

21,28 Governi di responsabilità nazionale e d’emergenza. Macché. Questo governo ha ben governato a detta di Bondi. E deve restare. Segue elogio di Bondi nei confronti di Marchionne (avrà visto la puntata di Radio Londra di ieri) e un’accusa alla Cgil. Visione manichea delle relazioni industriali. Sacconi style.

Antonio Di Pietro invece sostiene che un governo non ci sia. Cita subito Della Valle e considera la presa di posizione del marchigiano come una posizione sentita e condivisa da gran parte della popolazione. Inizio moscetto. Di Pietro si scalda in vista delle prossime mosse? La famosa strategia del diesel?

21,33 Tocca a Diego Della Valle che già si è ritagliato un ruolo da protagonista nella puntata pur non avendo ancora proferito parola. Mister Tod’s con chi ce l’ha? Con gran parte della classe politica che è incompetente ma al tempo stesso si trova nella responsabilità di dover amministrare la cosa pubblica. Applausi bipartisan per Della Valle al suono del rivoluzionario concetto secondo cui “bisogna mettere le proprie cose al loro posto”. La lettera ai giornali era una mossa obbligata per dar voce a tutti i piccoli imprenditori (il popolo delle partite Iva) incapace di farsi sentire in questa fase per ovvi motivi strutturali.

 

[ad]21,39 Bondi si dice pronto ad ascoltare quello che ha scritto Della Valle, come ogni persona di buon senso. Ma lo ha detto ai suoi compagni di Partito? Tocca poi a Della Valle, che dice che bisogna liberare la parte più seria della politica. Sì, è vero, ma sono anni che aspettiamo. Poi, Floris chiede a Della Valle di fare i nomi dei bravi politici del Governo, e l’imprenditore marchigiano fa i nomi di Tremonti, Maroni e Galan. Vabbè, in sintesi, Della Valle poteva esprimere questi concetti in trenta secondi, anche se c’ha messo molto più tempo. Floris da poi la parola a Zedda, non prima di aver elencato i privilegi ai quali ha rinunciato, tra cui l’abbonamento gratuito al Teatro Lirico di Cagliari. Dopo aver rimembrato i suoi lunghi trascorsi politici a dispetto della giovane età (ricordiamo, tra l’altro, che Zedda era segretario della Sinistra Giovanile di Cagliari), si impappina un po’ sul descrivere la situazione dell’Italia, ma tutto sommato si prende un po’ di applausi.

21,48 Uno dei nostri timori, ma anche delle nostre curiosità, riguardava la performance di Zedda che, per citare Ilvo Diamanti, “parla poco, ma proprio per questo piace”. Effettivamente il cagliaritano se la cava. Ecco che viene il turno del governatore Formigoni, responsabile vestiario del Popolo delle Libertà. L’uomo del Pirellone, da navigato uomo politico, ricorda come questa crisi sia globale e quindi la risposta dell’esecutivo solo parziale. Insomma, la butta in caciara.

21,52 Floris superstar oggi! Continua a riferirsi alla lettera di Della Valle cercando di stanare i politici presi di mira dal marchigiano. Un Presidente di Regione dal 1995 non poteva che essere preso di mira. Ma ora parte uno servizio su un tema scottante: il famoso spread.

21,54 Uno dei grandi classici di Ballarò: un servizio su come stiamo messi in Italia. Ma questa volta l’intento è lodevole. Si parla infatti di “storie di ordinario spread”. Ovvero: quanto influisce il differenziale tra i nostri titoli di stato e i bund tedeschi nei portafogli delle famiglie. Tante cifre molto spesso confondono le idee.

21,59 Spazio pubblicitario.

***Comunicazione di servizio: anche se nessuno si è accorto della cosa, in trasmissione non sono presenti esponenti del Pd***.

22,05 Si ritorna in onda e si parte coi sondaggi (quelli che piacciono a noi) di Pagnoncelli. Il primo cartello parla della reazione all’appello di Della Valle. La maggior parte è d’accordo, qualcuno dice che è anche colpa degli imprenditori, qualcuno anche del governo, ma il dato di fatto è che nessuno difende l’esecutivo. Il cartello due ci mostra come la maggior parte della popolazione voglia assistere alla fine di questo governo e sembra esserci un certo interesse nei confronti del referendum anti-Porcellum anche se emergono degli ultimi giapponesi in sostegno del Porcellum.

22,08 Occhio, arrivano i sondaggi seri! Il dato più eclatante è quello legato agli indecisi (45%). Pd primo partito col 26,7 (quasi quota Franceschini), PdL al 26. Da segnalare al SeL al 9%. Le coalizioni: il centrosinistra sembra vincere in ogni caso. Sia con l’UdC, sia senza Casini.

 

Notiziona per quanto riguarda i dati dei leader! Sorprende, anche la diretta interessata, il primo posto in termini di popolarità col 55% per Emma Marcegaglia e supera il futuro governatore della Bce Mario Draghi. Consenso tecnocratico. Manco Rinnovamento Italiano di Lamberto Dini.

22,14 Dopo un’ora parla “Pigi Battista, l’amico terzista”. Fa un’analisi psicologica di Berlusconi. Avrà visto il film con Viggo Mortensen e Keira Knightley su Freud e Jung. Secondo l’analisi di Battista Berlusconi è isolato: Chiesa, imprenditori ecc… Battista ci cita indirettamente evidenziando come non ci siano in studio esponenti del Pd. Ridanno la parola a Bondi, ma si sono scordati di Livia Salvini!

22,19 Ma Bondi pare Gorbaciov! Sembra avere una ferita alla testa. Il fatto che non abbia capelli rafforza il nostro paragone con l’ultimo segretario del Pcus. Anche se di certo Bondi non si sarà ferito nel dare testate al muro di Berlino. Zedda riscuote grandi applausi con battute sul “calvario” e ciò testimonia come per la puntata di oggi basti poco per far scattare ilarità. Bondi sembra provato. Strana giornata.

***Amici della grande politica, clamoroso a via Teulada! Spunta Luigi Angeletti a sorpresa! Ma dov’era?!?***

22,24 Angeletti parla dei due santuari che danneggiano l’Italia: i costi della politica e l’evasione fiscale. A quanto pare è arrivato nel bel mezzo della trasmissione (altrimenti la sua presenza non si spiega… Ci diamo un pizzicotto? Nemmeno è stato annunciato). Cose di questo tipo ci ricordano la puntata di Ballarò del 18 ottobre 2005, quando nel bel mezzo della puntata comparve l’indimenticato Agazio Loiero!

22,28 Tocca alla tributarista Livia Salvini che interviene per meno di 30 secondi. Subito la parola torna a Antonio Di Pietro che cita le regionali in Molise. Parla male di Iorio per quanto riguarda la spesa sanitaria. Tutto il mondo è paese, e in Italia si vota ogni anno (e in ogni stagione). Stupisce intanto il fatto che Di Pietro non abbia ancora pronunciato la frase “Noi dell’Italia dei Valori…”.

Parlando del referendum cita i 4 gatti (copyright Francesco Cossiga ai bei tempi dell’UdR).

22,33 La platea si scalda! E’ questa la politica che piace a noi!  Scontro Formigoni-Di Pietro sulle riforme costituzionali e sulla riduzione dei costi della politica. Formigoni cita Hegel (riferito a Schelling) e “la notte in cui tutte le vacche sono nere”. Parte un servizio di Andrea Scazzola sul lusso. Di sottofondo si sente il tema morriconiano tratto dal film “Metti una sera a cena” di Giuseppe Patroni Griffi.

 

22,37 Il servizio è tutto all’insegna dell’opulenza. Piscine e gioventù varia. Populismo d’antan tipico di questo programma televisivo. Intervistato un commercialista chiamato Barbone. Si discorre del condono fiscale e di imprenditori che “hanno sempre pagato le tasse”. Insomma, in questo paese non si capisce mai chi non paga le tasse. E’ un po come il vecchio Psi o il vecchio Pci: a parole tutti lombardiani o miglioristi…

22,40 Arriva l’agenzia Ansa: Moody’s ha declassato il rating dell’Italia. Anche nel suo out look. Pubblicità.

22,46 Riprende il programma. Floris in maniera energica e dinamica chiede subito a Della Valle le conseguenze di questo declassamento. Della Valle cita il termometro…ma non il nostro. Domani, per il terzo giorno di file, le borse chiuderanno in negativo. Solita manfrina sulla necessità di una classe dirigente competente. Dichiara di frequentare dei salotti buoni del capitalismo. Per il marchigiano è un errore l’uscita di Fiat dall’associazione degli industriali italiani. La cosa danneggerà tutto il sistema paese, soprattutto in questa complesse fase politica ed economica.

Nota di colore: Di Pietro presenta la classica “cravatta d’ordinanza” col gabbiano dell’IdV, mentre Zedda, da bravo giovane sindaco, indossa un informale paio di jeans. Formigoni stavolta non ci stupisce con magliette di paperino o cravatte a fiori, ma una classica giacca color crema di tartufi ed una cravatta marrone. Bondi presenta un abbigliamento piuttosto classico con cravatta a strisce diagonali, mentre Angeletti giunge in un look decisamente scaciato senza cravatta: questo ci fa pensare al fatto che sia venuto di corsa da un altro impegno, cosa che può trovare conferma nel fatto che non sia stato presentato all’inizio del programma. Anche lui scaciato, ma in modo diverso da Angeletti, Diego Della Valle, non indossa giacca mostrandosi in camicia e cravatta. Per concludere, Pierluigi Battista presenta un look estremamente classico, tratto caratteristico dei giornalisti del Corriere della Sera. Unica donna la Salvini che ha un bel completo rosso.

22,54 Bondi emula Sacconi e rispolvera la tesi dello scontro tra titani Cgil vs Manager alla Marchionne. Oramai gli manca solo la barzelletta sulle suore violentate. Il copione insomma è sempre lo stesso. Da qui nasce uno scontro contro Della Valle che oramai dall’assemblea di Confindustria di Vicenza nel 2006 agli occhi del centrodestra appare come il classico “industriale cattivo”.

22,59 Battista cerca di seminare contraddizioni nel centrosinistra chiedendo a Zedda e a Di Pietro se condividono la lettera della Bce di agosto. Zedda non risponde subito, forse riflette, e poi ricorda come SeL non sia nemmeno in Parlamento. Poi parla dei licenziamenti. Insomma, per il primo sindaco di Cagliari del centrosinistra dai tempi del secondo dopoguerra bisogna andare al voto prima di porre certi quesiti a certi esponenti politici.

23,03 Dopo un cartello sui tagli allo stato sociale greco per cercare di risolvere i problemi di bilancio del paese ellenico tocca alla Salvini che confonde Ballarò per un’aula universitaria.

 

23,07 Parte un servizio sul patrimonio immobiliare dello stato. Quello che secondo le stime di Via XX Settembre dovrebbe portare a 700 miliardi di euro di entrate. Solite interviste ai soliti commercialisti. Sono fissati.

23,11 Dopo il servizio Di Pietro esclama: “Un governo per governare deve avere una maggioranza parlamentare”. Serve dunque un governo istituzionale ma al tempo stesso non c’è una potenziale maggioranza. Del resto Dracula mica esce da solo dall’ospedale (brusio in studio). A tratti parla come quel personaggio di “Benvenuti al Sud” in estasi per l’arrivo del suo nuovo Postamat.

23,14 Il punto di vista degli italiani per Pagnoncelli: il 40% degli italiani pensa che per il centrosinistra un’asse Alfano-Maroni potrebbe essere una minaccia. Ne deduciamo che il 40%  si fa le pippe mentali pensando alla politica interna.

Di Pietro inciampa sulla Costituzione e Formigoni lo coglie in fallo.

Formigoni sostiene che il centrosinistra non ha un programma alternativo. La puntata si fa frizzantina proprio quando finisce la fascia protetta. Per Floris Berlusconi è come lo yogurt: ha la scadenza.

 

23,20 Partono i titoli di coda. Bondi sostiene che qualsiasi ricambio nel PdL dipende da Berlusconi. Falco ultra-conservatore. Manco Dick Cheney. Battutina di Della Valle che dichiara di non essere delle partita. Floris afferma “siamo fuori” riferito alla regia (forse). Tocca ad Angeletti. Ma in pochi lo ascoltano. Zedda cita l’Argentina e le crisi della banche.

Mentre il nostro live blogging supera le 2000 visualizzazioni, la puntata finisce.

Dopotutto, domani è un altro giorno.

 

E PER CONCLUDERE ECCO LE PAGELLE DEL TERMOMETRO POLITICO!

 

DI PIETRO 5,5 – Una performance così moscia per il Tonino della politica non si vedeva dai tempi della lista Di Pietro – Occhetto, salvo poi iniziare a ruggire a fine puntata. SPENTO

DELLA VALLE 6 – Come spesso fanno gli industriali si tiene sul vago, ma nonostante ciò i suoi toni populisti risultano realistici ed il pubblico li apprezza. ABILE

BONDI 5,5 – All’inizio un po’ timido, ma al momento del bisogno sfodera le sue difese d’ufficio del Governo che tanto ci mancavano. REVIVAL

FORMIGONI 5,5  – Arrivati a fine puntata abbiamo difficoltà a fare un resoconto di ciò che ha detto. L’ha buttata in caciara in maniera magistrale. FACIMM’AMMUINA

ZEDDA 7 – Da buon Sardo parla poco, ma quando ha cose da dire, risulta molto pungente, strappando applausi degni di nota. MOSCHETTIERE

BATTISTA  6 – Il solito editorialista. PIGI BATTISTA L’AMICO TERZISTA

SALVINI  sv– Al contrario dell’omonimo Leghista, parla solo se interpellata, cosa che avviene solo due volte in tutta la puntata. SOTTOSTIMATA

ANGELETTI 5,5– Giunge presumibilmente a puntata iniziata (non venendo presentato all’inizio), non entra mai veramente nella trasmissione. SCACIATO

FLORIS 7 – Conduce in maniera ordinata, fa battute pungenti ed al momento giusto. TEMPISTA

MIGLIORE IN CAMPO PER LA REDAZIONE DEL TERMOMETRO POLITICO: Massimo ZEDDA

 

|||||||| PREMI F5 O CLICCA QUI PER AGGIORNARE LA PAGINA E SEGUIRE LA DIRETTA  ||||||||