Compravendita senatori, De Gregorio chiede il patteggiamento
Inizia oggi l’udienza del processo relativo alla presunta compravendita di senatori che vede imputati per corruzione Silvio Berlusconi, l’ex senatore Sergio De Gregorio e l’ex direttore dell’Avanti! Valter Lavitola. De Gregorio ha scelto la via del patteggiamento, concordando con la Procura un anno e otto mesi di reclusione, con pena sospesa.
Nell’ambito dell’udienza, che si svolge a Napoli davanti al gup Amelia Primavera, hanno fatto richiesta di costituirsi parte civile l’Italia dei Valori e il Codacons. In aula non era presente Berlusconi, rappresentato dai suoi legali Niccolò Ghedini e Michele Cerabona, mentre figuravano Lavitola e De Gregorio, difesi rispettivamente dagli avvocati Gaetano Balice e Carlo Fabbozzo. La Procura era rappresentata invece dai pm Fabrizio Vanorio e Alessandro Milita, che assieme a Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli hanno coordinato le indagini. Presente in aula anche il presidente dell’IDV Antonio Di Pietro.
[ad]Il processo è relativo alla cosiddetta “operazione libertà”, svoltasi tra il 2006 e il 2008, che avrebbe avuto come obiettivo la sottrazione di senatori alla maggioranza in modo da far cadere il Governo Prodi, che al senato poteva contare su un margine di parlamentari assai risicato. Secondo le carte dell’indagine, per cambiare schieramento De Gregorio avrebbe chiesto in cambio tre milioni di euro, due dei quali in nero, sotto forma di contati e finanziamenti al suo movimento politico. L’ex parlamentare del PDL Italo Bocchino ha raccontato di come Berlusconi avesse proposto al partito di candidare Lavitola alle elezioni europee del 2009 come ricompensa per la buona riuscita dell’operazione. Inoltre, secondo quanto dichiarato dall’imprenditore Bernardo Martano, in occasione di un colloquio personale De Gregorio gli avrebbe confidato: “Berlusconi ha pesantemente finanziato il mio movimento politico e comunque è la persona più ricattabile d’Italia e, per quanto mi riguarda, io personalmente lo considero la mia assicurazione, in senso che in futuro, se le cose mi dovessero andare male, lui non mi può mai dire di no”.
In un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, De Gregorio ha rivelato che Verdini, nel 2010, comprò “altri deputati per far ottenere la fiducia necessaria alla sopravvivenza del governo Berlusconi”.