Pdl all’attacco sulla giustizia: “Va riformata”
Dopo la condanna di Silvio Berlusconi a sette anni per il caso Ruby, c’era da aspettarselo: in mattinata il Popolo della libertà ha depositato in commissione Affari Costituzionali un emendamento al disegno di legge sulla riforma della Costituzione.
[ad]L’emendamento porta la firma di tutti i parlamentari azzurri in commissione: Bruno, Bernini, Bonaiuti,Fazzone, Repetti, Zanettin, Romani ed Esposito. Oggetto della modifica è che anche il titolo IV della Costituzione, ovvero quello che riguarda le prerogative della magistratura, venga ricompreso tra le materie di competenza del Comitato dei 40 (l’organo bicamerale che ha il compito di modificare la Carta).
Il blitz del Pdl crea uno strappo con le altre formazioni politiche e fa barcollare i già instabili equilibri governativi. La riforma della giustizia non doveva essere, secondo le indicazioni del presidente del consiglio Enrico Letta, una delle priorità del governo. E soprattutto, con questa azione, viene meno l’accordo per tenerla fuori dal pacchetto riforme.
I diretti interessati negano il colpo di mano. “Non c’è stato alcun blitz del mio partito. Gli emendamenti sono stati consegnati quando non c’era alcuna sentenza relativa a Berlusconi” chiosa Donato Bruno, primo firmatario dell’emendamento, che aggiunge: “Della necessità di modificare il titolo IV della Costituzione ne abbiamo parlato apertamente in sede di discussione in commissione. Mi sembra logico che si discuta dell’ opportunità di modificare anche la parte relativa alla magistratura. Se, ad esempio, decidiamo di andare verso un modello presidenziale, va rivista anche la guida del Csm che spetta al presidente della Repubblica. Le riforme influiscono anche su Csm e Corte Costituzionale. Che facciamo? Non li tocchiamo? Mi sembra assurdo”.
Giustificazioni a parte, l’iniziativa del partito di Berlusconi ha suscitato immediate reazioni tra le altre forze politiche. Innanzitutto il Partito democratico, per bocca del capogruppo al Senato Luigi Zanda, blocca sul nascere ogni tentativo di inserire la giustizia dentro il pacchetto di riforme costituzionali: “E’ bene che il capitolo giustizia non sia incluso tra le riforme costituzionali di cui il Parlamento ha iniziato a discutere. La Costituzione è materia delicatissima che va trattata con la massima prudenza possibile, senza strappi e senza blitz”.
Molto duro, invece, il Movimento 5 Stelle, che tramite il vicepresidente dei deputati Alfonso Bonafede, minaccia “le barricate affinchè il calendario della Commissione giustizia non sia subordinato a vicende che riguardano singole personalità”. Aggiungendo che “non ci deve essere nessuna accelerazione per i provvedimenti che non riguardano tutti i cittadini”.
All’orizzonte, dunque, si prospetta un’altra grana per il premier Letta, già alle prese, in questi giorni, con il caso F-35, le tensioni sul rinvio dell’Iva e il poco convincente intervento per rilanciare il lavoro giovanile.
Il tutto alla vigilia di un vertice europeo che potrebbe rivelarsi fondamentale per il nostro Paese.