Consiglio Europeo: Superato lo scoglio Cameron al via il programma giovani
Nel corso del Consiglio Europeo del 27-28 giugno, i Capi di Stato e di Governo dei 27 membri UE, assieme alla Croazia, che entrerà nell’Unione il 1° luglio, hanno trovato l’accordo per lo stanziamento di circa 8 miliardi di euro finalizzato alla “Garanzia Giovani” per il biennio 2014-2016.
[ad]Si tratta di un piano atto a garantire un impiego o un percorso di formazione ai giovani entro 4 mesi dalla fine degli studi o dalla perdita del lavoro. Esso sarà indirizzato principalmente a 13 Paesi, tra cui l’Italia. Entrerà in vigore dal 1°gennaio 2014 e a beneficiarne già nella prima fase 2014-2015 saranno Spagna, Grecia, Italia e Francia. Soddisfazione espressa dal Premier Letta: “riusciamo a ottenere più di quanto si pensava, perché c’è stata un’aggiunta rispetto a quanto era previsto”.
Sono 26 milioni i disoccupati in Europa, di cui 5,6 milioni sono under 25: una situazione d’urgenza, così come definita da Bernadette Segol, della Confederazione Europea dei Sindacati, per la prima volta presenti ad un summit europeo. Il Presidente del Consiglio Europeo, Van Rompuy, ha tenuto a sottolineare che “non bisogna farsi illusioni: il problema non può essere risolto nel giro di una notte, ma non è nemmeno una missione impossibile” La questione della disoccupazione giovanile era il tema più atteso da molti leader europei, a cominciare dal Presidente del Consiglio Letta, sebbene questo fosse l’ennesimo vertice dedicato a tale tema, nel giro di un anno.
La Commissione europea aveva inizialmente previsto uno stanziamento di 6 miliardi di euro, che sono poi stati estesi ad 8 nel corso della notte. Fino alla serata di giovedì 27 rischiava di saltare l’accordo sullo stanziamento per la Youth Guarantee, a causa del veto minacciato dal premier britannico David Cameron. Il Regno Unito aveva, infatti, paventato di non approvare i fondi per la Youth Guarantee, se non veniva confermato il rebate britannico, così com’era stato definito nel vertice di febbraio, in relazione al Quadro Finanziario Pluriennale 2014-2020, ovvero il bilancio UE per i prossimi sette anni. La riforma della Politica Agricola Comune avvenuta negli ultimi mesi rischiava di mettere a repentaglio 200 milioni di euro, sui 3, 6 miliardi che annualmente il bilancio dell’UE restituisce a Londra. Cameron aveva esordito a inizio del summit dicendo che “è assolutamente necessario che si resti fermi sull’accordo che abbiamo raggiunto a febbraio e che il Regno Unito protegga il suo rebate”. Affermazioni degne della Lady di Ferro, Margaret Thatcher, che il rebate lo inventò negli anni Ottanta, al grido di “I want my money back!”.
Accontentato il Regno Unito, il negoziato si è concentrato sul compromesso relativo al bilancio 2014-2020, che probabilmente a settembre verrà approvato dal Parlamento Europeo, dopo molte battute d’arresto subite da febbraio ad oggi. E’ stato, inoltre, previsto che il bilancio 2014-2020 possa essere “flessibile”, cioè eventuali fondi che rimarranno inutilizzati annualmente, andranno a finanziare l’occupazione, l’innovazione e la ricerca. Altro tema in agenda, quello del supporto alle PMI, che verranno sostenute da finanziamenti per le assunzioni e l’accesso al credito da parte della Banca Europea per gli Investimenti.
Nel corso del vertice, è stata ufficializzato il benvenuto dei 27 alla Croazia, oltre all’ingresso della Lituania nell’Eurozona. La Lituania ha raggiunto, infatti, gli obiettivi di convergenza per l’adozione dell’euro e, a partire dal 1° gennaio 2014, la moneta unica entrerà in circolazione.
La seconda parte del Consiglio Europeo riguarderà i temi della governante economica, in particolare l’Unione bancaria, dopo l’intesa raggiunta in seno all’ECOFIN sulla risoluzione delle crisi bancarie, e alcuni temi relativi alla politica estera, tra cui l’apertura dei negoziati di adesione per la Serbia.
Annalisa Boccalon