Questo governo sta rinviando molte e delicate partite sia sul fronte strettamente politico sia su quello economico.
[ad]Anticipando le mosse del governo già nella scorsa puntata de “La Settimana Politica” abbiamo analizzato le criticità, e al tempo stesso le convenienze, di un congelamento della terza aliquota dell’Iva di almeno tre mesi.
Al tempo stesso questo governo Letta, tra i suoi primi provvedimenti, ha sospeso il pagamento della rata Imu del giugno 2013. Una cancellazione dell’imposta sulla prima casa? No, un rinvio appunto. Formula politica in grado di calmare sia gli alfieri del rigore sia chi apprezza qualsiasi enfasi, anche meramente propagandistica, di tipo sviluppista.
Al tempo stesso questo esecutivo ha di fatto rinviato la spinosa questione dell’F-35 relegando ad una commissione d’indagine lo studio della vicenda. Per capire se effettivamente, cosa non scontata oggi come oggi, la cancellazione dell’acquisto dei caccia comporti il pagamento di tasse e penali ancor più onerose per il nostro bistrattato bilancio dello stato.
Le malelingue delle riforme istituzionali considerano anche la nomina dei “saggi” una forma di rinvio. Sia dal punto di vista temporale (questa commissione composta da esperti e professori anticipa il lavoro della commissione paritetica Camera-Senato delegata risolvere le controversie sulle modifiche costituzionali) sia dal punto di vista politico (releghiamo ai saggi dei lavori che nel caso successivamente il Parlamento prenderà in esame).
A complicare ulteriormente il quadro si è inserita l’elezione del vicepresidente della Camera dei Deputati. Casella spettante al PdL, dopo la nomina di Maurizio Lupi a ministro, parte del Parlamento contesta il fatto che sia un esponente oltranzista del partito berlusconiano ad essere candidato per quell’incarico.
Da una disamina dei fatti il responso e il giudizio nei confronti dell’attuale esecutivo non può che apparire negativo. Restano però circostanze contingenti che molto spesso hanno reso, tutte queste strade prese e sopra analizzate, come le uniche percorribili.
Presumibilmente la verità sta nel mezzo. E dunque non appare fuori luogo il monito di qualche giorno fa del Presidente della Repubblica in visita a Zagabria.
Questo è un esecutivo formato da un’alleanza a termine, che nei sogni di tutto dovrà finire il giorno dopo la fine stessa dell’esecutivo.
Il governo dunque si trova stretto in un’alleanza forzosa e piena zeppa di vincoli economici. Sia di tipo europeo, alleviati però dal termine della procedura d’infrazione per deficit eccessivo, sia di tipo finanziario. Con un debito pubblico che aumenta e che però si aggrava ancor di più si prosegue con una politica di sola austerità.
In questo senso possono apparire pure “le ultime parole famose” considerando i termini assoluti “minimali”: ma in questa circostanze un governo che ha ottenuto, su nove miliardi di aiuti europei, 1.5 miliardi per l’occupazione giovanile (rispetto ai 500 milioni che gli spettavano originariamente) ha che di festeggiare.
Del resto ogni squadra festeggia per la vittoria della coppa europea a sua portata. Speriamo presto di tornare in Champions. Ma se il presidente non ha abbastanza liquidità per garantirsi dei “top player” (che io romanticamente tenderei a chiamare ancora “campioni”) non si possono certo snobbare o disdegnare trofei o obbiettivi un po’ meno ambiti.