Senato, ecobonus anche per i grandi elettrodomestici
Senato, ecobonus anche per i grandi elettrodomestici
Novità per le famiglie italiane. Il Senato ha approvato (229 sì, 48 no, un astenuto) l’emendamento all’articolo 16 del decreto legge Ecobonus che recepisce la direttiva europea 31 del 2010 circa la riqualificazioneel’efficienza energetica nell’edilizia. Ecco allora un’ importante norma: lo sgravio Irpef del 50% delle spese, inizialmente previsto solo per i mobili, viene esteso anche ai grandi elettrodomestici (tetto massimo 10.000 euro che si aggiungono ai 96.000 euro già previsti per gli incentivi). L’agevolazione riguarda frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie di classe non inferiore alla A+ (A per i forni). Su richiesta del sottosegretario allo Sviluppo Economico, Simona Vicari, è stata poi eliminata la dicitura che rendeva esplicito l’intervento per gli elettrodomestici a ‘libera installazione’.
[ad]La stessa Vicari in una nota apparsa sul proprio sito internet ha poi aggiunto: “Anche per le pompe di calore sarà esteso il bonus per le detrazioni fiscali fissato al 65 per cento. Con un emendamento presentato dal governo al decreto efficienza energetica ed utilizzando dei fondi presso il Ministero dello Sviluppo Economico é stato possibile trovare risorse che consentiranno di sostenere un comparto importante, contribuendo in questo modo a dare un sostegno deciso al made in Italy” – ha sottolineato l’esponente Pdl – “Si tratta di un impegno notevole del governo in questa difficile congiuntura economica nell’investire per il rilancio e lo sviluppo. Questa misura contribuirà senza dubbio a finanziare tutta la filiera collegata alla produzione ed installazione delle pompe di calore, producendo effetti positivi su tutto l’indotto”.
L’aula del Senato ha infine accolto l’emendamento che limita al 10% l’Iva prevista sui prodotti dei distributori automatici: scongiurato così l’aumento al 21% inizialmente previsto nel testo originale. Circa invece i supporti integrativi dei libri scolastici, è stato approvato all’unanimità un ordine del giorno che impegna il Governo a valutare la possibilità di evitare l’aggravio dell’Iva (dal 4 al 21%).