“Se i processi dovessero arrivare a una condanna non credo che Berlusconi resti qui in Italia ad aspettare il carcere. Non so dove andrà, forse in Russia o altrove, ma non resta qui”. A dirlo è Gaetano Pecorella, avvocato ed ex parlamentare del Pdl, intervista a La Zanzara su Radio 24. Pecorella è sicuro, se condannato, Berlusconi diventerebbe latitante. “Tecnicamente sì, ma i latitanti sono dei poveracci. In questo caso sarebbe una latitanza dorata. Magari dice: mi sono trasferito alle Bahamas”.
[ad]L’avvocato fa poi un paragone ardito tra Berlusconi e il capo del Fascismo. “A un certo punto dopo anni di governo bisogna occuparsi solo dei nipotini. Quelli che non hanno capito quando ci si doveva ritirare hanno fatto una brutta fine, come Mussolini”. Pecorella si dedica poi alla sentenza del processo Ruby. “Io avrei fatto la difesa in un altro modo, senza tutti quei testimoni e senza scontri. I magistrati, diceva Calamandrei, sono come i maiali. Se ne tocchi uno gridano tutti. Non puoi metterti contro la magistratura, è sempre stato così, è una corporazione”. “Il processo Ruby – prosegue Pecorella – doveva essere fatto sotto tono, sarei andato dal Pm dicendo che Ruby mi piaceva e che non sapevo quanti anni aveva. D’altra parte se fosse capitata a uno di noi non gli avremmo chiesto la carta di identità, diciamo la verità”.
Infine boccia il ritorno a Forza Italia. “E’ solo un fatto di nostalgia, come se oggi il Pd si tornasse a chiamare il Pci, infiammerebbe il cuore di alcuni di quell’epoca. Si deve guardare avanti, tornare indietro è come risposare l’ex moglie. Una minestra riscaldata”.