Le correnti anti Renzi si riuniscono, il sindaco diserta, salta la tregua con D’Alema
Si è svolto ieri a Roma il convegno “Fare il Pd”, che lancia il documento dei bersaniani in vista del congresso. L’assise, tuttavia, non ha coinvolto solamente i fedelissimi dell’ex segretario come Fassina e D’Attorre, ma ha registrato la presenza di quasi i tutti i big democrats, oltre ovviamente allo stesso Bersani: Guglielmo Epifani, Massimo D’Alema, Beppe Fioroni, Gianni Cuperlo, i ministri Dario Franceschini, Flavio Zanonato e Maria Grazia Carrozza ed anche una rappresentanza “lettiana”, con due deputati vicinissimi al premier, Marco Meloni e Alessia Mosca. L’unico dirigente di peso a non essere presente è Walter Veltroni, che negli ultimi mesi ha mutato il suo giudizio su Matteo Renzi, arrivando oggi a considerarlo il proprio erede e l’unico in grado di incarnare lo spirito originario del Pd, quello del Lingotto.
[ad]Le presenza all’assise di molti non bersaniani ha fatto subito saltare la mosca al naso al sindaco di Firenze e ai renziani, che, seppur invitati, hanno disertato l’evento parlando apertamente di un correntone, di un fronte “anti-Renzi” riunitosi per ostacolare l’ascesa del primo cittadino alla leadership del centrosinistra.
I sospetti però vengono immediatamente rispediti al mittente, per bocca di Massimo D’Alema: “Non nasce nessun correntone. Questa è un’idiozia, non so chi l’abbia scritta. Renzi? Credo che giochi un po’ a fare la vittima. Secondo me sbaglia, dovrebbe essere qui”. Dopo il lìder Maximo, anche Epifani interviene sull’argomento: “La caccia non mi piace e dunque non partecipo ad alcun tiro al piccione. Non esiste alcuna Santa Alleanza contro Matteo e confermo che faremo il congresso entro l’anno”. Toni inaspettatamente duri vengono da Beppe Fioroni: “Il nostro modello di partito è quello di Davide Serra e Flavio Briatore?” chiede ironicamente l’ex ministro, che poi sottolinea come le “regole del congresso non possono essere costruite contro Letta, altro che Renzi”.
Più conciliante, invece, Dario Franceschini. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento spiega che “non c’è alcuna alleanza contro qualcuno, tantomeno Renzi. Serve un coinvolgimento del sindaco e spero che nei prossimi giorni ci sia un incontro tra lui ed Epifani perché spieghi non con interviste o retroscena che cosa lui immagina per un percorso condiviso. Dal 1996 lo sport è stato logorare il leader del momento, ma questo non va fatto con Renzi che è una risorsa, ma deve esserci una gerarchia: prima il Paese, poi il partito e poi la persona”.
In serata, però, il sindaco di Firenze rilascia un’intervista al Tg5 in cui si scaglia contro il convegno: “Basta con le correnti. Vedo che oggi si è riunita una corrente del Pd, cosa del tutto legittima ma sarebbe meglio che i dirigenti, invece di studiare le mosse di Renzi, si dessero una mossa. Vedo che ormai si rinvia tutto: l’Iva, l’Imu, gli F35 e anche l’elezione della Santanchè. Spero che ci sia a breve una data del congresso”. Renzi, dunque, parla di una corrente sola, di un “correntone”, altro che distinzioni tra bersaniani, franceschiniani ed ex popolari: tutti uniti contro di lui.