Marine Le Pen ed il Front National volano nei sondaggi e rischiano, il prossimo anno, di prendere più voti del Partito Socialista di Hollande.
La Francia sta realmente virando verso l’estrema destra?
[ad]Il programma della Le Pen, figlia dell’ex leader Jean-Marie, si basa su colonne portanti della visione politica transalpina, ma è uno solo il punto focale della destra francese: l’orgoglio nazionale.
Il sentimento patriottico dei nostri cugini d’oltre alpe è paragonabile esclusivamente a quello della popolazione inglese e, infatti, non è un caso se queste due nazione si siano ritrovate più volte, in epoca moderna, ad osteggiarsi.
Se in Gran Bretagna vige comunque uno stile di vita moderato e controllato, il famoso aplomb inglese, in Francia la popolazione è stata influenzata dal fervore latino e ciò, come studiò anche Montesquieu nella teoria dei climi, si rispecchia anche nelle scelte politiche.
Il Front National, a detta degli stessi francesi, è l’unico partito in grado di difendere gli interessi della popolazione francese di fronte alle pretese dell’UE, dell’Euro e del FMI.
La leader, dal canto suo, sta ben attenta a non placare gli animi soffiando sulla brace creata dalla moneta unica e continuando a distruggere Hollande dal punto di vista comunicativo.
Il Presidente francese, inoltre, è alle prese con un calo di popolarità piuttosto ingente: l’approvazione della legge sui matrimoni omosessuali sta causando non pochi problemi e le misure prese per contrastare la crisi non stanno fruttando come sperato.
Sembra il paesaggio ideale e, come insegna la storia, naturale per l’ascesa dei partiti fuori dagli schemi e, fin qui, non è un fenomeno ristretto alla Francia: in Germania il Partito Pirata se la gioca da parecchio tempo, in Spagna gli “Indignados” hanno esportato il proprio modello dando vita alla primavera araba mentre in Italia sono perennemente in prima pagina, più per gaffe che per onori, i cittadini 5 stelle. In Francia, invece, il malcontento generale, anziché dar vita a nuovi soggetti politici più o meno seri, si è trasformato in un amplio assenso verso un partito già esistente e critico verso il sistema bipolare francese (PS – UMP).
La situazione è già stata vista in Francia: nei momenti di malcontento il Front National è sempre volato nei sondaggi e conquistava grandi risultati al primo turno per poi perdere terreno al ballottaggio a causa dei “pentiti”.
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[ad]La differenza fra ieri ed oggi sta proprio in questi ultimi: oggi non si pentono più e tornano alle urne ancor più convinti di votare per il Front.
Lo si è potuto osservare dai risultati delle elezioni suppletive nel distretto di Villeneuve-sur-Lot, storicamente fedele al Parti Socialiste, dove il candidato frontista ha surclassato i rivali socialisti ottenendo il 46% dei voti.
I sondaggi, terminato il fenomeno del pentimento, possono tornare ad essere azzeccati e, se lo fossero, Le Pen potrebbe già stappare lo Champagne.
Il 13 giugno l’istituto britannico YouGov ha elaborato un sondaggio secondo il quale il Front National avrebbe scavalcato il partito socialista in vista delle elezioni europee e, proprio ieri, è apparso su TNS-Sofres, un’agenzia di marketing e comunicazione, un sondaggio che attesterebbe il partito della Le Pen al 31%.
In Francia, dunque, si afferma una tendenza che, in Italia, non si intravede nemmeno con il binocolo.
Si discute spesso del vuoto lasciato da Alleanza Nazionale e della sua eredità che, a quanto pare, non può essere raccolta da alcuno, tantomeno da “La Destra” che continua a presentarsi alle elezioni con il PDL.
Fini, il giorno della fondazione di FLI, aveva dichiarato sconfitta la destra identitaria in favore di una nuova destra moderata. Futuro e Libertà per l’Italia si è sciolto dopo le ultime elezioni politiche.
Il Front National è passato dal 4% dei tempi passati al 30% (se non di più) odierno. Chi ha avuto ragione?
Lorenzo Stella