I radicali ed il referendum sul finanziamento pubblico.
[ad]I dodici referendum e la necessità di almeno 50 mila euro di donazioni per la campagna, le condizioni della giustizia e la violazione dei diritti civili e politici dei cittadini, le richieste di legalità al Ministero dell’interno e alla Rai, iniziative nonviolente anche di disobbedienza e lotta telematica, l’invito a M5S e Renzi di sostenere il referendum sul finanziamento pubblico, sono i principali punti toccati dalla mozione, presentata da segretario Mario Staderini e dal tesoriere Michele De Lucia, approvata al termine del Comitato nazionale con 29 favorevoli e 6 astenuti.
Radicali italiani insiste nella ”richiesta al ministro dell’Interno di garantire le condizioni minime di praticabilità del campo democratico, a partire dal servizio pubblico di autenticazione delle firme attraverso l’informazione da fornire alle persone che hanno questa facoltà ovvero consiglieri e ai dipendenti di comuni e provincie, ai cancellieri dei Tribunali, ai segretari delle Procure della Repubblica, ai giudici di pace e ai notai.
”Anche la Rai -si legge in un comunicato dei Radicali – è nel mirino per l’inadeguata informazione sin qui resa, con invito ‘alla Commissione parlamentare di vigilanza Rai e all’Autorità garante per le comunicazioni di vigilare affinché siano adeguatamente diffuse le notizie riguardanti i referendum e approfondite le tematiche che maggiormente sono state escluse in questi anni dal dibattito pubblico”.
PAPA: PANNELLA, GLI MANDEREI TESSERA ONORE RADICALE PER LAMPEDUSA
“Da alcuni anni trovo una egemonia culturale, che riguarda milioni e milioni di italiani, che si riconoscono – o si riconoscerebbero, se le conoscessero – nelle nostre posizioni. A partire dal Papa. Bisognerebbe mandare una tessera d’onore a Papa Francesco, per la sua scelta di andare a Lampedusa”.
Lo ha detto Marco Pannella, nel corso della consueta conversazione domenicale a Radio Radicale.
Pannella ha parlato a lungo della “egemonia culturale” che le battaglie radicali hanno nel Paese. “Basti pensare alla vittoria sul primo dei nostri obiettivi: la giurisdizione transnazionale, la Corte Penale Internazionale. Siamo andati sul campo, nella ex Jusgoslavia, o nell’ex Africa belga, a chiedere i tribunali ad hoc sui crimini. E – avendo concorso ad elaborare un senso diverso del diritto, e quindi della giurisdizione, abbiamo avuto la nascita della Corte Penale Internazionale”.