Gasparri: “Via Saccomanni”. Il Pdl chiede la rimozione dall’incarico del ministro dell’Economia
Quest’estate niente ferie per il governo Letta. Infatti, si annuncia un agosto più caldo del solito per i ministri della maggioranza “obbligata” Pd-Pdl-Scelta civica, dato che – entro la fine del mese – bisognerà sciogliere il nodo IMU e IVA. Il compito risulta difficile, anzi una vera e propria impresa, in quanto gli esponenti più in vista del Popolo della Libertà hanno minacciano il Partito Democratico di interrompere immediatamente questa legislatura, qualora non venisse abolita integralmente l’Imposta municipale unica.
La tensione tra Pd e Pdl è salita dopo l’ipotesi – poi smentita dal ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello – della tassazione sui cosiddetti villini a schiera e bifamiliari: “Una cosa sono le abitazioni di lusso, una cosa sono le abitazioni normali che si vorrebbe far passare come abitazioni di lusso. Ci sono accordi chiari”. E d’altra parte il presidente della Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dei Deputati Francesco Boccia ha dichiarato che l’IMU “non ci sarà più”, ma ha aggiunto che “va superata con una nuova imposta sui servizi”. Forse un chiaro riferimento alla rimodulazione della TARES, che il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando vuole rivedere “in base ad un meccanismo di comportamenti virtuosi”.
[ad]Ma le dichiarazioni più infuocate di questo convulso inizio settimana le ha rilasciate il senatore Maurizio Gasparri, il quale ha lanciato una stoccata al ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni: “All’Economia serve una guida adeguata e non un esponente di seconda fila di apparati burocratici intenti solo alla loro autodifesa. Serve insomma un ministro vero e autorevole”. In effetti, Gasparri sembra non aver perdonato all’ex direttore generale della Banca d’Italia la mancata smentita del rapporto del Fondo Monetario Internazionale, in cui si sconsigliava l’abolizione dell’IMU.
In difesa di Saccomanni è intervenuto il suo vice Stefano Fassina, che in una breve intervista a Repubblica ha risposto ai falchi del Pdl: “Gli attacchi che il ministro sta ricevendo dal Pdl sono indecenti, vengono da esponenti di un partito che quando è stato l’ultima volta al governo ha impegnato l’Italia al pareggio di bilancio anticipato nel 2013, unico caso in Europa”. Qualche ora dopo, la portavoce vicaria pidiellina Anna Maria Bernini – sconcertata – ha chiesto l’intervento del premier Letta: “Le parole, o sarebbe meglio dire gli insulti, che il viceministro Fassina indirizza al Pdl, sono semplicemente intollerabili. Il Pdl ha votato la fiducia al Governo sulla base di un programma politico che prevede sull’abrogazione dell’Imu e la riduzione della pressione fiscale. Il patto deve essere onorato da tutti i componenti del governo e garantito dal presidente Letta”.
Il caproguppo al Senato del partito di Berlusconi, Renato Schifani, ha detto espressamente che la tenuta del governo dipenderà dall’abolizione del tributo sull’abitazione.
La convivenza tra le due maggiori forze politiche è a rischio: il Pdl si trova in una posizione di forza, in quanto detiene una golden share sul governo, mentre il Pd cerca di prolungarne la durata, evitando di terminare con largo anticipo – prima del congresso autunnale – la legislatura. È risaputo come Enrico Letta non intenda guidare un “governo balneare”, che si sgretoli prima della fine dell’estate. A quel punto l’ombra di Renzi sarebbe troppo ingombrante.