Enrico Letta “legge elettorale vergogna da superare”

Enrico Letta nell’intervista per il nuovo numero della rivista dell’Arel se la prende con la legge elettorale.

[ad]Secondo il presidente del consiglio in carica “Il Porcellum è un monstrum che non garantisce né rappresentanza né governabilità. Una vergogna, peraltro a rischio di incostituzionalità che va superata al più presto. Mi sono impegnato a farlo dinanzi al Parlamento”.

“Ciò detto – prosegue Letta – non dobbiamo cercare scorciatoie e cadere nell’errore di considerare la legge elettorale la causa unica di tutti i mali della politica italiana. E’ un abito, informe, slabbrato, da sostituire, su un corpo che, però anch’esso sempre di più svela la propria inadeguatezza e pesantezza rispetto alle trasformazioni della società italiana e, dunque, anche dell’elettorato”.

Secondo Letta l’attuale caos della politica italiana ”è ingenerato anzitutto da un sistema non all’altezza delle sfide con le quali un paese come l’Italia deve oggi misurarsi. Tanto più dopo vent’anni di bipolarismo muscolare e inconcludente che ha inibito ogni serio tentativo di riforma”.

LETTA SUL PARTITO DEMOCRATICO

”Quello del Pd è un progetto straordinario, unico, che in questi anni però ha vissuto troppi stop and go: giorni esaltanti sporcati da delusioni amare, docce fredde solo parzialmente ricompensate da formidabili occasioni di partecipazione e democrazia”.

”Certamente -spiega- quanto avvenuto per l’elezione del presidente della Repubblica, lo scorso aprile, costituisce a mio parere un punto di non ritorno. Si sono messe a repentaglio le nostre stesse ragioni fondative si è contaminato un momento solenne come la scelta della prima carica dello Stato con piccole contese interne o calcoli personalistici. Confido che l’esperienza serva a tutti come monito. Così come confido che la partita congressuale alle porte si riveli aperta, franca, costruttiva”.

“Il Partito democratico per la sua stessa fisionomia di grande e plurale forza riformista, può e deve essere un elemento di stabilità della politica italiana, non un catalizzatore del caos e della frammentazione”.