Storace agli ex An “cosa avete da nascondere?”
Francesco Storace chiede di “tirare fuori la verità sul tesoretto”.
[ad]Il riferimento è al patrimonio di Alleanza Nazionale. L’invito rivolto ai componenti della Fondazione.
Il segretario della Destra scrive “è stupefacente il silenzio dei membri – scarsi come numero per la verità, ma padroni di ingentissime risorse economiche – della fondazione Alleanza nazionale di fronte alla domanda di trasparenza. Eppure vengono dalla nostra stessa storia. Noi non abbiamo il privilegio di far parte della fondazione, non siamo considerati storia di Alleanza nazionale, nonostante tutti conoscano quanto forte sia stato il nostro legame con quel partito”.
Storace continua con un riferimento legato all’attualità politica e non senza polemica fa notare come della Fondazione Alleanza Nazionale facciano parte “quelli che hanno già deciso di traslocare nella Forza Italia di secondo conio che Berlusconi si appresta a varare. E non se ne vergognano. Costoro amministreranno il patrimonio rappresentato dai sacrifici personali di quanti diedero i propri beni al MSI e ad AN. Perché ne devono decidere la destinazione quanti non credono più alla destra, rifugiandosi nel calderone berlusconiano? Essi sono pro quota anche detentori del simbolo che fu di Alleanza nazionale: a che titolo possono vietarne l’utilizzo a chi vuole ancora usarlo? Non è più ammessa la competizione con Forza Italia?”
La nota di Storace prosegue facendo cenno una questione “esplosa a Potenza, con tanto di intercettazioni, sul tesoretto della fondazione, centinaia di milioni di euro tra contanti e beni immobili. Un mercato indegno, con promesse di lasciti”. Storace aggiunge “non ho letto un solo comunicato del consiglio di amministrazione. Neppure per annunciare di costituirsi parte civile in caso di processo”.
“Che cosa avete da nascondere? Per quanto deve andare avanti questa commedia? Chi impedisce di usare quelle risorse per le loro finalità? Se non si risponde alle domande su come vengono utilizzati quei soldi, è evidente che ci deve essere qualcosa che non quadra” conclude Storace.