Lunedì 31 agosto, tramite il proprio profilo Twitter, Carles Puigdemont ha annunciato la sua uscita dal Partito Democratico Europeo Catalano (Pdecat). L’ex presidente della Generalitat, nello stesso tweet, ha affermato di voler rimanere al comando del neo-partito politico Junts per Catalunya, da lui stesso fondato lo scorso 25 luglio. In seguito alla fuoriuscita di Puigdemont, anche 5 senatori dell’area metropolitana di Barcellona e altri esponenti hanno deciso di seguire l’ex presidente nel nuovo partito.
Dietro questa rottura ci sarebbero le divergenze fra gli esponenti del Pdecat e l’ala facente capo a Puigdemont, riguardanti le strategie da attuare nei confronti del governo spagnolo. Queste tensioni risalgono alla dichiarazione di indipendenza catalana del 2017 e alla successiva fuga di Puigdemont a Bruxelles.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, provocando la scissione, è stata la battaglia legale promossa dal Pdecat per reclamare la titolarità del simbolo Junts per Catalunya con il quale l’ex presidente in esilio ha fondato un partito e vorrebbe concorrere in solitaria alle prossime elezioni regionali in Catalogna. Il Pdecat vorrebbe proibire l’utilizzo di questo marchio dato che è stato utilizzato nelle scorse elezioni come simbolo di coalizione, la quale riuniva i partiti indipendentisti catalani, fra cui lo stesso Partito Democratico.
L’udienza del tribunale era prefissata per martedì 1 settembre salvo poi essere stata rinviata dal giudice al 25 settembre.
Il portavoce di Pdecat, Marc Solsona, ha affermato che non si tratta di una battaglia personale nei confronti di Puigdemont, ma di far rispettare alcuni accordi societari che sono venuti meno fra le parti in modo da garantire la sicurezza legale dei gruppi comunali e istituzionali catalani. Nello stesso intervento, il portavoce ha stimato che dalla nascita di Junts per Catalunya il partito ha perso circa il 7% dei propri associati.
Nonostante la scissione, il presidente del Partito Democratico Europeo catalano David Bonvehí, in un tweet ha assicurato che i due partiti continueranno a negoziare. “Il mio massimo riconoscimento e rispetto è quello del Pdecat per Puigdemont, compagno e amico. Continueremo a lavorare, ciascuno secondo la propria visione, per raggiungere l’indipendenza della Catalogna. Continuiamo a parlare.”
Se a livello regionale questo terremoto politico avrà pesanti ripercussioni in vista delle imminenti elezioni, a livello nazionale le forze indipendentiste continueranno ad essere un blocco unito nel Congresso spagnolo.