Prodi su Papa Francesco: un pastore da seguire
Inutile dire, ancora una volta, che Papa Francesco ha parlato al cuore di fedeli e non dal momento della sua elezione in marzo, fino ad oggi. Per alcuni sta, addirittura, riprendendo quel percorso portato avanti da Giovanni Paolo II e interrotto con il conservatore Ratzinger, con i recenti scandali dello Ior e delle lobby gay all’interno della curia papale. Domenica scorsa Bergoglio è andato a Lampedusa, da anni terra di tragedie, e con la sua semplicità ha parlato ai bambini, alle donne, ai ragazzi, ai padri di famiglia. Sui loro occhi si leggeva, secondo i presenti, il timore, la sofferenza, la fatica di un viaggio disumano su barconi carichi di uomini ma poveri di acqua, cibo e servizi igienici.
“Un pastore al cento per cento” lo ha definito Romano Prodi che era in presente in Piazza S. Pietro la sera del 13 marzo al momento della sue elezione. “Non fa prediche astratte: per guidare un gregge bisogna camminare, soffrire la fame e la sete. Io lo interpreto così: conta l’esempio, il resto è contorno. Compresa la parola.”(L’Unità, 10/07) E’ riuscito a mobilitare circa dieci mila persone, Papa Francesco, in un’ isola che ne conta appena sei mila. Ha gettato una corona di fiori in mare in ricordo di tutte le vittime (non del Mediterraneo ma di una scellerata politica) e ha parlato, nella breve omelia, di “globalizzazione dell’indifferenza”.
[ad]Il professore, da sempre cattolico d’altri tempi, ha definito le parole di Bergoglio come “accusa, spunto, parabola per descrivere le tragedie di un’umanità divisa e indifferente. Il Papa” continua Prodi “ha pronunciato un richiamo generale all’egoismo che spesso accompagna la globalizzazione, in questo grande mondo che tace e fa finta di non vedere.”
La novità di Bergoglio è quella di rivolgersi “non ai singoli ma a tutti” ha affermato il fondatore dell’Ulivo sempre a L’Unità e lo ha descritto ancora una volta come “un pastore che condivide il cammino, beve la stessa acqua, mangia lo stesso cibo”.
In un periodo così difficile, abbiamo davvero bisogno di figure come Papa Francesco, che parlino con la stessa lingua ai credenti e non, in modo da poter indirizzare i poteri forti del nostro paese, che ci stanno conducendo nel baratro, sulla via maestra. Quella della solidarietà, della giustizia e dell’uguaglianza, con buona pace di Cicchitto.
Giacomo Salvini