Non bastavano minacce di amnistie, presunti salvacondotti, nomine a senatore a vita (che tra l’altro salverebbero Berlusconi solo in caso di eliminazione delle pene accessorie per gli onorevoli ad mortem), su Libero Belpietro giovedì 11 Luglio, con un editoriale-appello, invocava la grazia per il Cavaliere in caso di condanna mentre ieri Libero titolava in prima pagina minaccioso: “Grazia a Silvio, ci sta anche Letta” (Libero, 12/07).
[ad]L’idea che balenava nella mente di molti per salvare Berlusconi da una possibile condanna definitiva era quella dell’amnistia.
La Cancellieri ne parla ogni piè sospinto, attraverso l’espediente dell’ “emergenza carceri” che, in realtà, esiste ma non deve costituire un beneplacito estendendola ai reati commessi dai colletti bianchi (evasione fiscale, corruzione…).
Da non tralasciare il fatto che, anche in caso di condanna, il Cavaliere non finirebbe comunque in manette grazie alla legge ex Cirielli (avendo più di 70 anni) che si regalò per il suo sessantanovesimo compleanno e grazie all’indulto del 2006 che, però, non si applicherebbe in caso di condanna definitiva nel processo Ruby.
Ieri Libero affermava che Napolitano “ha prospettato la soluzione esplosiva (la grazia, ndr) nel colloquio di due giorni fa con il premier.
Il quale ha sostanzialmente opposto un silenzio-assenso”. L’idea geniale, sempre secondo il giornale di Belpietro, sarebbe venuta in mente al Presidente della Repubblica viste le condizioni di precarietà del governo in caso di condanna definitiva.
Cadrebbe l’esecutivo e dovrebbe sciogliere nuovamente le Camere o , in caso di grazia al Cavaliere, il Pd si spaccherebbe (anche se più spaccato di così sembra impossibile) come si spaccarono i compagni di partito dopo “l’amnistia voluta da Togliatti nel ‘46”.
Non sarebbe, comunque, la prima volta che Napolitano concede la grazia: prima al colonnello Romano per aver coordinato il rapimento di Abu Omar e poi al direttore de “Il Giornale” Sallusti.
Nella stessa pagina, in basso a sinistra, troviamo un altro brillante articolo sulle “sfide di Giorgio (Napolitano, ndr) ai manettari”. Inizia così:” “Giorgio Napolitano non è mai stato quell’ex Pci che i giustizialisti avrebbero voluto.” e continua con una serie di castronerie degne di questo nome.
Il termine “giustizialismo” viene visto oggi come una volgarità, un turpiloquio. Eppure, se essere giustizialisti, significa rispettare le sentenze, condannare chi ha commesso reati e soprattutto espellere dal nostro Parlamento un signore che per vent’anni non ha fatto altro che scriversi e firmarsi leggi ad personam per rimanere impunito, allora lo dobbiamo essere tutti, dal primo all’ultimo. Larghe intese, permettendo.
SECCA SMENTITA DA AMBIENTI DEL QUIRINALE “SGUAIATEZZA ISTITUZIONALE”
Rispetto alle indiscrezioni pubblicate da Libero ecco arrivare da ambienti del Quirinale una secca smentita rispetto alle ipotesi circolate.
“Si smentisce nel modo più assoluto che ci siano sulla scrivania del Presidente pratiche immaginarie come quella descritta”. Il Quirinale è tornato sull’ipotesi di una possibile grazia a Silvio Berlusconi, circolata su un quotidiano e rilanciata dopo la prima precisazione del Colle.
L’ipotesi diffusa “è una delle abituali provocazioni di certi giornali che per la loro sguaiatezza e rozzezza dal punto di vista istituzionale non meritano alcuna attenzione e alcun commento”, hanno sottolineato ambienti del Quirinale.
Le “speculazioni” su un’eventuale grazia a Silvio Berlusconi, ipotizzata da un quotidiano, “sono un segno di analfabetismo e sguaiatezza istituzionale”.
Tali speculazioni “danno il senso di un’assoluta irresponsabilità politica che può soltanto avvelenare il clima della vita pubblica”, hanno sottolineato gli stessi ambienti.