Royal Baby. Inghilterra, infotainment per ingannare la dolce attesa “reale”
[ad]To breastfeed or not to breastfeed? In attesa della nascita del royal baby inglese, il primo figlio (o figlia) del principe William e della duchessa di Cambridge Kate Middleton, la stampa inglese ha prodotto un gran numero di pezzi di costume, commenti, e anticipazioni sugli aspetti più marginali e bizzarri del’evento.
Il pubblico, tuttavia, non si esprime unanime, né a proposito di questo media event, né circa il racconto che i giornali ne stanno confezionando.
Times e Sunday Times concentrano l‘attenzione sui preparativi a Buckingham Palace. La Zecca Reale ha reso noto che ai bambini nati lo stesso giorno del royal baby verrà donato un penny d’argento, come auspicio di buona fortuna. Eppure, non trapelano notizie sicure sulla data prevista per il lieto evento, anche se alcuni parlano del 13 o 14 luglio. Camilla, duchessa di Cornovaglia, dichiara di “non vedere l’ora di conoscere il bambino”, ma precisa poi che ancora tutto tace. Tuttavia, quel che al momento pare probabile è che la nascita del figlio di William e Kate sarà caratterizzata dalla rottura di alcuni protocolli consolidati in passato. Se infatti in precedenza i lieti eventi “reali” venivano annunciati alla regina attraverso un messaggio consegnato a mano, questa volta suo nipote sarebbe intenzionato a telefonarle personalmente per informarla.
Il Guardian pur non resistendo alla tentazione di rilanciare i rumors che cominciano a diffondersi in Rete, tenta una sorta di analisi storico-sociologica. Allattare o non allattare (to breastfeed or not to breastfeed)? Questo il dilemma che dovrà affrontare Kate Middleton ma, rassicura il quotidiano inglese, la giovane moglie di William non è la sola, a trovarsi davanti a un scelta così importante: prima di lei hanno dovuto farlo anche la regina Elisabetta e Lady Diana, giusto per fare due nomi. Sì, perché il Guardian si lancia in realtà in una disamina storica che va parecchio a ritroso nel tempo, ma di cui i suoi lettori sembrerebbero fare volentieri a meno, stando a quanto emerge in buona parte dei loro commenti. Sebbene qualcuno comunque ritenga il dibattito in materia di allattamento comunque interessante e utile, in molti scrivono esprimendo un certo fastidio e disappunto per la fisionomia che il Guardian sta assumendo, e qualcuno polemicamente si chiede se il quotidiano sia in lizza per diventare una sorta di nuovo Daily Mail (tabloid inglese). Sostanzialmente buona parte dei lettori che commentano dichiarano francamente di non essere interessati affatto al lieto evento “reale”.
Il quotidiano inglese ha inoltre offerto nei giorni scorsi “un’istantanea” (così l’ha definita) delle madri appartenenti alla generazione Kate, donne in realtà accomunate unicamente dal fatto che partoriranno presumibilmente negli stessi giorni della duchessa di Cambridge. Numericamente limitati i commenti dei lettori, in questo caso, ma nella sostanza non molto diversi.
Gli inglesi devono farsene una ragione, inutile lamentarsi o polemizzare. Il royal baby boom è appena iniziato. Partito con Kate e William proseguirà infatti con Zara Phillips (cugina di William) e Mike Tindall, che hanno recentemente dichiarato di aspettare un bambino. “Non finirà mai. Ne sentiremo parlare fino a quando moriremo”. Questo il provocatorio incipit del commento del giornalista Archie Bland del quotidiano The Independent
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[ad]Nel solco della tradizione inglese, non c’è evento di una certa importanza che non sia accompagnato dalle scommesse; in questo caso le puntate sono sul sesso del nascituro e sul possibile nome. Il Telegraph offre ai lettori una sorta di prospetto riepilogativo delle quote a cui ciascun evento e nome viene dato.
L’Inghilterra, d’altra parte, si è sempre contraddistinta per una vena umoristica peculiare: un nome su tutti, Monty Python. Così, è divertente provare a immaginare come sarebbe stato il loro Circo Volante oggi, e cosa avrebbero ideato per raccontare a modo loro la dolce attesa “reale”. Viene da pensare a uno sketch in cui, nella notte a cavallo tra il 13 e 14 luglio, alcuni commentatori inglesi, in una sorta di Election Night Special (6), si sarebbero ritrovati in uno studio televisivo ingannando il tempo inanellando banalità rese scoppiettanti dal loro inconfondibile tocco.