Stamattina i lettori de Il Giornale si saranno stupiti delle parole di Silvio Berlusconi rilasciate all’ex parlamentare di Forza Italia Paolo Guzzanti, nel corso di un’intervista-colloquio.
[ad]Forse l’ultima da leader del Popolo della Libertà. Infatti il sito dell’agenzia ANSA ha pubblicato le foto inedite del nuovo quartier generale di Forza Italia 2.0 in piazza san Lorenzo in Lucina a Roma, alla presenza del ministro degli Interni Alfano, del coordinatore Denis Verdini e della “pitonessa” Daniela Santanché.
L’ex premier sembra aver cambiato tattica, in vista dell’ultimo atto del processo Mediaset: basta con le invettive contro “la magistratura politicizzata” – che l’hanno contraddistinto negli ultimi anni –, in luogo di un profilo più sostenuto: “Io non ce l’ho con la magistratura in senso astratto. Io ho rilevato con sdegno, e anche con terrore, che certi procedimenti nei miei confronti non sembrano nascere da fatti concreti, ma dalla voglia di eliminarmi per via giudiziaria”. Insomma Berlusconi cerca – col piglio dello statista – di comportarsi da colomba, proprio come gli è stato suggerito dal suo avvocato Franco Coppi, il quale gli ha intimato di astenersi da manifestazioni in sua difesa, costringendolo di fatto al silenzio.
Ma l’avvocato non ha fatto i conti con i falchi del suo partito, che in caso di condanna definitiva abbandoneranno le loro posizioni di governo. Uno dei “rapaci” più in vista è sicuramente l’onorevole Michaela Biancofiore che ha già parlato di “dimissioni in bianco di tutti i parlamentari e ministri Pdl sul tavolo di Berlusconi”.
Eppure il diretto interessato ha detto a Guzzanti: “Devo dire che certe volte quelli che vorrebbero agire come miei sostenitori accaniti, quelli più schierati e magari anche affettuosi, prendono posizioni esterne ed estreme che poi vengono attribuite a me. E questo certe volte mi fa venire i brividi”.
Secondo i big del maggior partito di centrodestra, l’anticipo della sentenza della Corte di Cassazione dimostra l’accanimento giudiziario protrattosi in questi anni nei confronti della loro guida. Lo stesso leader del Pdl non riesce a trovare un senso alle accuse mosse contro di lui: “Ho versato nove miliardi di euro. Dico: nove miliardi! E io, che non c’entro più niente con Mediaset, mi sarei messo a trescare loscamente per farmi uno sconto di sette milioni e mezzo su oltre mezzo miliardo?”.
La data del 30 luglio sarà quindi decisiva per conoscere le sorti del governo Letta. Già ieri la notizia del “terzo autogol” del Pd – che un mese fa ha presentato un ddl sull’incompatibilità politica di Berlusconi e non sulla sua incandidabilità, a firma di Massimo Mucchetti e Luigi Zanda – ha creato scompiglio all’interno della maggioranza. Tuttavia Berlusconi non teme per la tenuta del suo partito, semmai per quella degli avversari: “Il governo mi sembra logorato a sinistra, ha gravi problemi su quel lato perché bisogna vedere come si risolveranno i loro conflitti interni, del Pd intendo, e che cosa farà Renzi”.
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[ad]Intanto arrivano le prime reazioni all’intervista. Fabrizio Cicchitto (Pdl) ha espresso tutta la sua soddisfazione per le parole dell’ex presidente del Consiglio: “Il presidente Silvio Berlusconi ha dato oggi a tutti, amici e avversari, nell’intervista a Il Giornale, una notevole lezione di politica”. Poi ha aggiunto: “In tutta l’intervista di Berlusconi e nello spirito che la anima c’e’ un richiamo di fondo a quello che era nel passato e dovra’ essere nel futuro la natura di Forza Italia, un grande partito moderato e riformista, non un gruppuscolo estremista e autolesionista che urla, sbraita, insulta e minaccia. Un partito che punta al 30% e’ un partito che si rivolge alla gran massa delle persone moderate, equilibrate, riformiste e garantiste”.
Lo spostamento dell’attenzione sui problemi intestini degli alleati di governo è una mossa politica probabilmente efficace, ma Berlusconi sa che una sentenza sfavorevole potrebbe stroncare definitivamente la sua carriera politica e aziendale. Allora dall’1 agosto in poi, la colomba potrebbe mostrare di nuovo i suoi artigli.
Fabrizio Neironi