Monti all’attacco “I pericoli arrivano da promesse Pd e Pdl”
Monti all’attacco” Scelta civica fedele a Letta. I pericoli dalle promesse elettorali di Pd e Pdl
Mario Monti prova a battere un colpo sul proscenio della politica italiana dal quale sembrava essere stato emarginato dopo lo scarno risultato elettorale delle politiche. La rottura con Fli e con l’ Udc di Casini – con cui si era condivisa la battaglia delle elezioni del febbraio scorso – avevano fatto precipitare Monti e la sua formazione nel limbo politico dell’irrilevanza nonostante i ministri al governo e le compagini parlamentari alle camere.
[ad]Per uscire dall’angolo il senatore a vita prova allora a rilanciare la sua creatura politica ” Scelta civica” che – assicura il Professore bocconiano – si trasformerà da semplice movimento in vero partito alla fine di una fase congressuale costituente che dovrebbe avere avvio fra qualche mese. La delusione elettorale, gli screzi con gli ex alleati e le bordate indirizzate alla sua azione di governo avevano fatto balenare nella mente dell’ex presidente del Consiglio la tentazione di mollare tutto, di abbandonare la sua formazione al proprio destino o, al massimo, di limitarsi a fare il padre nobile dall’alto del suo scranno di senatoriale.
Ma le critiche “immeritate” alle scelte compiute dal suo esecutivo e le difficoltà tra cui si sta muovendo la grande coalizione governativa hanno convinto il Professore della necessità di rinvigorire il profilo riformista e liberal-democratico del movimento. A preoccupare Monti sono soprattutto i riposizionamenti dei due partner di governo. Pd e Pdl – attacca Monti dinanzi alla platea del teatro Eliseo di Roma – pensano solo a saldare il conto delle loro promesse elettorali perdendo di vista i veri obiettivi del paese. In cima alla gerarchia delle priorità montiane rimane la fedeltà nel sostegno alle larghe intese per proseguire il cammino di risanamento dell’economia italiana e non interrompere bruscamente la ripresa di credibilità del nostro paese presso le cancellerie e le istituzioni europee.
La convention si trasforma nell’occasione per rivendicare i meriti del precedente esecutivo dopo l’attacco, neppure troppo celato, del segretario del Pd Guglielmo Epifani che aveva parlato di “polvere sotto al tappeto” dei conti pubblici italiani trovata all’insediamento del governo Letta. Secondo Monti, invece, proprio la linea rigorista imposta dalla sua leadership nella gestione della finanza pubblica e nell’impegno a ottemperare agli obblighi europei ha permesso al nostro paese di imboccare il sentiero virtuoso che ha condotto all’uscita dalla procedura d’infrazione per disavanzo pubblico eccessivo.
Se l’esecutivo Letta potrà godere di maggiori margini di manovra nel contrattare le scelte in sede di Consiglio europeo é, dunque, nella ricostruzione del Professore, soprattutto grazie alle scelte “dure ma inevitabili” del suo governo. Altro punto di frizione tra il leader di Scelta civica e i democratici rimane la riforma delle pensioni disegnata dall’ex ministro Fornero sulla quale non pochi esponenti Pd hanno espresso critiche e ribadito la necessità di procedere a modifiche sostanziali dell’impianto di quel sistema. Ma i colpi da schivare non giungono solo da sinistra. Ad andare giù pesante contro Monti è anche il capogruppo Pdl alla Camera e critico numero uno della linea di politica economica del governo tecnico, Renato Brunetta.
Ad allargare il fossato che separa Scelta civica dal centro destra sono le scelte relative a Imu e aumento IVA che i berluscones continuano a voler sopprimere. Gli unici spazi finanziari che sembrano profilarsi – ha concluso un Monti tutto all’attacco – devono essere sfruttati per alleviare il carico fiscale su imprese e lavoratori e non per inseguire pericolose chimere elettoralistiche che ripiomberebbero il paese “nell’incubo del dissesto dei propri conti pubblici”