La crisi italiana e le possibili via d’uscita – analisi sondaggio Ipsos per Ballarò
Il dato delle singole liste ci mostra, in primis, una mancanza di fiducia dei cittadini nei confronti dei partiti, che si può notare nel 45% di persone che, per indecisione o per scelta, non indicano alcuna preferenza in termini di lista (si noti come, ai sondaggi sulle coalizioni, questa percentuale si riduca di quasi venti punti), ma anche dalla notevole frammentazione di liste e soprattutto dalla paradossale situazione del PD, che in questo modo sarebbe per la prima in testa come numero dei consensi ma al tempo stesso toccherebbe il suo minimo storico. Se il PdL crolla e la Lega tiene, possiamo parlare di un vero e proprio botto di SeL, che, con il 9,0%, toccherebbe una percentuale molto consistente, ed anche dell’IdV, che con l’8,6 ritornerebbe ai fasti delle Europee del 2009. Bella performance anche dell’UDC, che otterrebbe un 6,5%, e del Movimento 5 Stelle, che arriverebbe al al 4,0%.
Il dato delle coalizioni mostra innanzitutto come i cittadini si riconoscano più facilmente in una coalizione piuttosto che in un partito (si guardi, come già detto, quanto si riduce il numero di persone che non indicano una preferenza), così come prediligano anche un sistema di coalizioni Centrosinistra-Centrodestra-Centro (anche questo si può evincere dal più basso numero di persone che non indica una preferenza).
[ad]Per l’attuale legge elettorale si avrebbe, in virtù del premio di maggioranza, una solida maggioranza alla Camera per il Centrosinistra, mentre al Senato, per quanto questo sondaggio non parli del dato Regione per Regione, facendo un parallelismo con le precedenti elezioni possiamo vedere come, in uno schema Centrosinistra-Centrodestra-Centro, lo scarto tra le due principali coalizioni sia inversamente simile a quello delle Politiche 2008, cosa che farebbe pensare ad una buona maggioranza del Centrosinistra. Inoltre, in quest’ottica, il Centrodestra perderebbe anche svariati seggi in favore del Centro, più forte della singola UDC del 2008. Lo Schema Centrosinistra-Centro vs Centrodestra, invece, vedrebbe una solida affermazione dei primi anche al Senato, mentre se l’UDC tornasse con il Centrodestra, allora la maggioranza del Centrosinistra al Senato sarebbe molto più risicata.
Ma la partita non è chiusa, anzi tutt’altro, per quanto i dati parlino di una notevole affermazione del Centrosinistra. Non è hiusa in primis perchè i sondaggi, quando non ci sono elezioni nazionali in programma (e quando non si sa, soprattutto, chi sarebbero i candidati Premier), hanno il limite di essere, di fatto, incompleti, e quindi il risultato può anche essere letteralmente capovolto sotto elezioni. Non è poi da sottovalutare come il crollo del Centrodestra sia dovuto ad uno spostamento di voti quasi esclusivamente verso l’astensione (si guardi, di nuovo, il caso paradossale del PD, che sarebbe per la prima volta il partito con più consensi ottenendo il minimo storico) e quasi per nulla verso le altre coalizioni. Questo significa che quei voti, al momento, sono ancora più vicini al bacino elettorale del Centrodestra piuttosto che a quello delle altre coalizioni, quindi se il Centrodestra dovesse fare un abile opera di recupero di quei voti, potrebbe ribaltare il risultato di questo sondaggio.