Stranieri, disoccupazione in crescita. Nel 2012 sono 385mila i senza lavoro.
Stranieri, disoccupazione in crescita. Nel 2012 sono 385mila i senza lavoro.
La crisi occupazionale non colpisce solo i lavoratori italiani ma anche quelli stranieri. È quanto emerge dal “Terzo Rapporto annuale sul mercato del lavoro degli immigrati”, stilato dalla direzione generale dell’Immigrazione e delle Politiche d’integrazione del Ministero del Lavoro. Nel 2012, infatti, i cittadini stranieri senza un impiego sono 385mila (120mila comunitari e 265mila extracomunitari), con un aumento del 19,2% rispetto ai dodici mesi precedenti per quelli provenienti dai paesi dell’Unione europea e del 25,4% per gli extra Ue.
Quanti sono gli occupati? – In Italia, la popolazione straniera in età di lavoro (da 15 anni in su) nel 2012 è composta da 1,2 milioni di cittadini provenienti da paesi europei e da 2,7 milioni da quelli extracomunitari. I lavoratori stranieri occupati nel 2008 erano 1,75 milioni e, a distanza di cinque anni, il loro numero è salito a 2,3 milioni (10% del totale). L’aumento ha riguardato sia la componente maschile – la crescita è stata pari a circa 250mila unità – che quella femminile, passata dalle 701mila unità (2008) a oltre un milione (2012).
[ad]Chi scende e chi sale – Nonostante ciò, «diversi indicatori convergono nel segnalare come la crisi abbia colpito in misura relativamente più accentuata proprio la componente immigrata», è scritto nel rapporto. Rispetto al 2011, comunque, lo scorso anno c’è stata una crescita dell’occupazione straniera di circa 82mila persone, accompagnata da una diminuzione di 151mila occupati italiani, circostanza che ha generato un saldo negativo di circa 69mila unità. Sempre nello stesso arco temporale, però, si è registrata una netta diminuzione degli occupati stranieri nell’industria (-2,8% per la componente Ue e -2,6% per quella extra Ue) e nelle costruzioni (-3,1% nel primo caso e -0,4% nel secondo), mentre è cresciuta l’occupazione straniera nei servizi (+6,4%).
Tipologie contrattuali – Uno dei dati maggiormente rilevanti fra quelli contenuti nel rapporto riguarda le tipologie contrattuali dei lavoratori stranieri. Risulta infatti che i contratti a tempo indeterminato sono maggiormente diffusi – in termini percentuali – tra i lavoratori stranieri rispetto a quelli italiani. Fra i lavoratori di provenienza Ue, viene segnalato nello studio, la quota di contratti a tempo indeterminato sul totale è pari al 21% e tra i lavoratori extracomunitari la stessa sale al 39%. Tra gli italiani essa non supera il 17%. Nettamente maggiore tra i lavoratori stranieri di provenienza Ue è invece la quota di contratti a tempo determinato (pari al 68% delle attivazioni), mentre tra i lavoratori extra Ue i contratti a tempo determinato rappresentano il 50% . Decisamente bassa, anche per i lavoratori stranieri, è l’incidenza dei rapporti di lavoro in apprendistato.
Divario retributivo – C’è poi il capitolo che riguarda le retribuzioni. Per gli stranieri, il netto mensile è in media più basso di oltre 300 euro rispetto a quello degli italiani. Lo scorso anno, i lavoratori stranieri hanno guadagnato in media 968 euro contro i 1.304 di quelli italiani, con un saldo negativo di 336 euro. Se paragonata a quella di cinque anni fa la retribuzione netta dei lavoratori stranieri era lievemente maggiore (973 euro al mese), ma il divario con le retribuzioni italiane era molto minore, 266 euro al mese. «Si può dunque affermare – sottolinea il rapporto – che anche sotto il profilo delle retribuzioni la crisi abbia penalizzato la componente straniera del mercato del lavoro», anche se «non è possibile stabilire se le trasformazioni descritte abbiano una natura congiunturale o se i fenomeni siano più di natura strutturale».
(Per continuare la lettura cliccate su “2”)