La costante instabilità del governo italiano
Italia: costante instabilità. Non importa che il governo sia presieduto da Berlusconi con una maggioranza venuta fuori dalle urne. Il governo Monti imposto da una fase e da una congiuntura economica e politica eccezionale che poi eccezionale non è. O il governo Letta con vicepremier Alfano a suggello di un’alleanza Pd-Pdl “necessaria” dopo il risultato consegnato dalle urne all’indomani delle ultime elezioni politiche.
[ad]Nonostante le differenze tra i tre governi citati tutti hanno sempre dato una chiara impressione di instabilità. Impressione che se già si evince guardando le cose dell’interno del nostro Paese è identica, se non maggiore, se chi guarda lo fa dal di fuori dei confini nazionali.
Il dato sembra irrilevante ma forse non lo è affatto.
La stabilità politica di un Paese importante come l’Italia è uno degli elementi sui cui un Paese dovrebbe basare la sua credibilità. La credibilità alimenta fiducia, motore essenziale nello sviluppo di qualsiasi attività.
In queste ore il Governo Letta è alle prese col difficile caso Ablyazov dove, quali che siano le singole responsabilità le conseguenti ripercussioni, a rimetterci la faccia è l’intero Paese.
Non diverso nella sostanza è stato il caso dei Marò italiani contesi con l’India. Quando a presiedere l’esecutivo anziché Letta c’era Monti con una maggioranza uguale ma diversa.
La politica dovrebbe interrogarsi su un punto: l’instabilità dei governi in Italia, Spagna e Grecia è causa o effetto della loro debolezza politica ed economica?
Prendiamo la Germania: nonostante la prossima scadenza elettorale in Germania quali e quanti sono i soggetti politici tedeschi disposti ad indebolire la credibilità del proprio Paese pur di guadagnare consensi di parte?