Massimo D’Alema riparte dalla nuova versione di Italianieuropei
Massimo D’Alema apre Italianieuropei. Trasforma la Fondazione in Associazione per renderla più aperta e a disposizione di tutti.
[ad]La Fondazione Italianieuropei fondata da D’Alema quindici anni fa con Giuliano Amato si tramuta in associazione, grazie a una riforma dello statuto.
L’Associazione di cultura politica sarà più aperta con l’obiettivo per il think thank di dare un contributo determinante per la ”costruzione di un nuovo centrosinistra”.
Massimo D’Alema, durante una conferenza stampa tenutasi alla residenza Farnese con Giuliano Amato, ha precisato che “l’operazione non è al servizio del dibattito interno al Partito Democratico, è un’operazione aperta, non vogliamo essere una componente, non siamo mai stati una corrente”.
In prima fila ad ascoltarlo molti parlamentari democratici. Tra questi, il viceministro all’Economia Stefano Fassina, il presidente dei deputati Roberto Speranza, il viceministro all’Interno, Filippo Bubbico. Ci sono anche il candidato alla segreteria, Gianni Cuperlo, l’ex ministro prodiano Paolo De Castro, un ‘bersaniano’ doc come Nico Stumpo, il capogruppo alla Camera di Sel, Gennaro Migliore.
Qualcuno l’ha già ribattezzata una sorta di ‘Aspen’ del Partito democratico, ma l’ex responsabile della Farnesina rifiuta ogni etichetta ‘correntizia’. “Dire che siamo una corrente del Pd è la peggiore offesa che si possa fare alla mia persona. Sin dall’inizio abbiamo scelto la totale indipendenza dagli altri poteri, a cominciare da quelli economici e mediatici. Qui conta solo la meritocrazia. Non abbiamo nessuna affiliazione editoriale, rivendico la nostra piena indipendenza, noi siamo per la diffusione di un pensiero politico autonomo, orientato verso gli ideali del centrosinistra. Per questo la fondazione metterà a disposizione dell’associazione il suo ricco patrimonio culturale e politico”.
“Si tratta di un patrimonio vero, riconosciuto e certificato da tutti, anche a livello internazionale. Secondo l’Università La Sapienza siamo uno dei think thank di gran lunga più influenti del Paese, non abbiamo debiti, né riceviamo finanziamenti pubblici. Poche istituzioni culturali italiane hanno prodotto una mole di lavoro, convegni, iniziative e documenti come abbiamo fatto noi. Ora l’associazione è sostanzialmente la proprietaria della fondazione, abbiamo riformato lo statuto per aprire un processo di innovazione e coinvolgimento”.
L’Associazione, dunque, sarà aperta a tutte le varie anime del Pd, che ne faranno parte attraverso l’iscrizione di una serie di parlamentari di riferimento. La sede resterà quella della Fondazione, a palazzo Rospigliosi. Il comitato scientifico sarà presieduto da Amato, mentre spetterà all’esecutivo nominare i prossimi ‘organi direttivi’, a cominciare dal nuovo presidente della Fondazione. ”La nostra ambizione è fare della fondazione non uno strumento per alcuni, ma a disposizione di tutti” assicura Amato.
Giuseppe Spadaro