Lo Stato vende i “gioielli di famiglia”? È giallo sulle dichiarazioni di Saccomanni
Lo Stato vende i “gioielli di famiglia”? È giallo sulle dichiarazioni di Saccomanni
Grillo contro il ministro e i “saccodanni collaterali”
Il governo studia la riduzione del proprio pacchetto azionario in Eni, Enel e Finmeccanica. Questo sembrava dichiarare, prima della smentita del ministero delle Finanze, il numero uno di via XX Settembre Fabrizio Saccomanni. Nell’intervista rilasciata all’emittente Bloomberg Tv a margine del G20 di Mosca, Saccomanni ha parlato della necessità di stimolare l’economia pur consolidando i conti pubblici. In particolare, tra le misure al vaglio del governo ci sarebbe anche la possibilità di ridurre le partecipazioni statali in alcune compagnie. E quando l’intervistatore ha chiesto se tra queste potessero rientrare anche Eni, Enel e Finmeccanica – società di cui al momento il Tesoro detiene circa il 30% -, Saccomanni ha risposto: “Lo stiamo considerando, ci sono delle questioni da affrontare”. Poiché sono “società profittevoli che danno dividendi agli azionisti”, si starebbe infatti riflettendo sull’eventualità di trasformare le partecipazioni azionarie in beni collaterali.
[ad]Giusto il tempo per le agenzie di battere la notizia della possibile fuoriuscita statale da alcuni dei “gioielli di famiglia”, che non si fa attendere la precisazione del ministero. “Il governo intende valorizzare tutti i propri asset per contribuire alla riduzione dello stock del debito”, sottolinea la nota di via XX Settembre. Che ricorda anche come “tra le ipotesi note” ci sia “la cessione di immobili del demanio”. “Non si esclude per il futuro un piano di valorizzazione delle partecipazioni societarie delle quali lo stato è in possesso – prosegue il comunicato – Ipotesi questa che andrebbe valutata con molta cautela, perché si tratta di società quotate profittevoli che forniscono dividendi. Tra le idee da valutare in futuro anche l’ipotesi di utilizzare le partecipazioni come collaterale per operazioni finanziarie”. Ipotesi che invece non piace per niente al leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo. Secondo il comico i beni collaterali sarebbero una “cambiale in bianco, un pagherò dato in garanzia” delle azioni delle aziende di Stato. Nel post al curaro, a cui dà il titolo “saccodanni collaterali” e abbina la locandina del film “Apocalypse Now”, scrive: “L’Italia è alla canna del gas e chi l’ha ridotta in questa condizione, invece di andarsene con passo rapido e veloce in qualche paese senza estradizione, si prepara a svendere l’argenteria per guadagnare tempo. Il banchiere Saccomanni, promosso ministro dell’Economia, ha trovato la soluzione: «Pronti a fare cassa utilizzando Enel, Eni e Finmeccanica»”. Infine Grillo ricorda che scendere sotto la soglia del 30% nell’azionariato di queste società significherebbe per lo Stato la perdita del controllo sulle operazioni straordinarie.