I libri per incontrare altri pensieri
I libri per incontrare altri pensieri
Apriamo il sipario per dare palcoscenico e voce al Libro. Ci sentiamo sgomenti ogni qualvolta veniamo a conoscenza che i bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria sono esposti alla lampada televisiva ben più della popolazione adulta e senile. Questo, lo spettro: l’ammasso del cervello a tre anni. Con la conseguente consegna della Mente e del Cuore dei bambini Faust al ghignante Belzebù mediatico. L’odierna Tv spazzatura – ad elevata tossicità ideologica – spegne, fin dall’infanzia, la luce dell’immaginario e dell’utopia.
[ad]I bambini si trovano prigionieri di una nube caliginosa che sottrae a loro i raggi della Lettura che riscaldano la fantasia e la creatività. Sì, soltanto se si ha il Libro per amico si potrà aprire lo scrigno dove brillano due gioielli: il pensare con la propria testa e il sognare con il proprio cuore. Come impedire allora il precoce massacro – di cui conosciamo il mandante – della mente e del cuore infantile? Risposta: chiedendo ai genitori e agli insegnanti di diventare un po’ più lettori allo scopo di trasmettere ai figli e agli allievi il piacere di leggere.
Torniamo alla copiosa anoressia italiana quanto a consumo del Libro in una stagione egemonizzata dal mediatico. Dati statistici alla mano, i genitori e gli insegnanti riluttanti alla Lettura raramente si fanno consiglieri della pagina scritta. Di più. Tendenzialmente, portano i ragazzi lungo sentieri vistosamente diseducativi. Nel percorrerli, propagandano un’ideologia mercantile della lettura. Questa. E’ un buon-Libro se facilita le conoscenze dell’istruzione ufficiale, funzionale al successo scolastico; è un cattivo-Libro se fa perdere tempo prezioso all’apprendimento delle materie di studio. In sintesi. La mala/adultità difficilmente propone Libri non-utili, non-funzionali a qualcosa d’altro e privi di alfabeti di spendita immediata.
Peccato, perché sono i passaporti per entrare nel pianeta dei sogni dove regna l’avventura, l’incanto, la lievità lievità e il gioco.
di Franco Frabboni