Inchiesta di Bari, Berlusconi comprò il silenzio di Tarantini
Sesso in cambio di appatli. È quanto emerge dalle indagini effettuate dalla procura di Bari nei confronti di Silvio Berlusconi e Giampaolo Tarantini, che nei giorni scorsi si sono concluse e daranno vita ad un nuovo processo ai danni del Cavaliere. Secondo le indagini della procura infatti, Berlusconi avrebbe pagato per fare sesso con alcune prostitute amiche di Tarantini, che in cambio avrebbe ricevuto appalti da Protezione civile e Finmeccanica su pressione dell’ex premier.
A tutto ciò si aggiunge il presunto reato di “intralcio alla giustizia”. Secondo il procuratore aggiunto di Bari, Pasquale Drago, due anni dopo i fatti Berlusconi, temendo che le indagini sfociassero in un nuovo processo a suo carico, pagò Tarantini affinché non rivelasse le informazioni di cui era a conoscenza e mentisse nel corso delle indagini. In cambio il Cavaliere avrebbe “assicurato a proprie spese la difesa dell’imprenditore” e “gli avrebbe procurato un nuovo posto di lavoro”, oltre a un prestito di cinquecentomila euro, effettuato tramite il faccendiere Valter Lavitola, anche lui iscritto nel registro degli indagati.
[ad]In particolare, Tarantini avrebbe negato “che Berlusconi avesse corrisposto alle donne reclutate da Tarantini compensi in cambio di prestazioni sessuali” e ha “taciuto i reali contenuti dell’incontro con il Cavaliere del 13 novembre 2008”. Dal canto suo Tarantini si è sempre difeso negando le accuse che gli venivano rivolte, mentre Berlusconi, ascoltato dalla procura il 17 maggio, ha affermato che i favori che aveva fatto all’imprenditore erano solo atti di generosità.