Casaleggio: “No al governo con il Pd. Temo rivolte”
Casaleggio: “No al governo con il Pd, si al vincolo di mandato”
Seconda intervista a pochi giorni da quella rilasciata alla rivista Wired per Gianroberto Casaleggio, il silente guru del Movimento 5 Stelle. L’occasione si è ripresentata nel corso della rassegna “Ponza d’autore”, durante la quale il conduttore e giornalista Gianluigi Nuzzi ha incontrato il cofondatore del M5S. Un colloquio incentrato sui temi dell’attualità, come la vicenda Datagate e i sospetti ricaduti su Google e Facebook, ma anche sulle decisioni presenti e future del movimento pentastellato.
Casaleggio esordisce dicendo: “La parola “democrazia digitale” è una parola molto più ampia del concetto di democrazia diretta. Ed è la democrazia diretta che si sta imponendo. Si sta imponendo in modo diverso da quello del paese, ma ha già portato alla ribalta le istanze di moltissime persone che prima non partecipavano alla vita politica. Parlo degli Indignados, Occupy Wall street e in Italia il MoVimento 5 Stelle. Democrazia diretta vuol dire portare, spostare verso il cittadino il peso delle decisioni, della partecipazione e quindi sostituire l’attuale delega, che è una delega in bianco, al parlamento. Quindi è l’irruzione del cittadino nella vita politica, il cittadino diventa un politico in prima persona. I tempi in cui questo si realizzerà non si possono sapere, nessuno può dirlo, ma credo che sia ineluttabile”.
[ad]Dunque, secondo l’imprenditore informatico, bisognerebbe rivedere il concetto di partecipazione politica e prendere come riferimento “la democrazia ateniese di Pericle”.
A questo proposito, il guru a 5 stelle ha aggiunto: “Penso sia necessaria una rivisitazione per migliorare la carta costituzionale, non per sostituirla, quindi per andare ad accogliere istanze democratiche di maggiore democrazia. Se parliamo nel puntuale, una è quella del referendum propositivo e senza quorum, un’altra è l’elezione diretta del candidato su base circoscrizionale. Un’altra ancora è il discorso del vincolo di mandato, cioè l’abolizione della possibilità di un parlamentare di presentarsi con una coalizione, un partito, un programma e il giorno dopo tradire gli elettori cambiando casacca. Oppure l’abolizione del voto segreto. Se una persona viene eletta dai cittadini deve dire cosa vota e per chi vota. Questo per citare alcune modifiche potenziali alla costituzione. Sicuramente una cosa del genere avrebbe bisogno di un impianto, di una revisione complessiva, non di interventi su un articolo e su un altro. Quindi non credo sia possibile farlo domani mattina, ma credo si vada in quella direzione, della partecipazione del cittadino alla vita pubblica”.
È chiaro perché Casaleggio punti molto sulla modifica dell’articolo 67 della Costituzione (Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato), considerando le recenti defezioni tra le fila del M5S.
Qualche riflessione è poi dedicata alla popolarità del movimento grillino e all’attuale situazione economica del paese. Sul primo punto, Casaleggio ritiene che – (suoi) dati alla mano – il trend dei 5 stelle risulti stabile, checché ne dicano i sondaggi; mentre per quanto riguarda il secondo punto, ha rilanciato: “Io penso che il Paese avrà nei prossimi mesi, non so quanti, uno shock economico. Uno shock che potrebbe portare a una ridefinizione della rappresentanza politica oppure a uno spostamento della politica da problemi politici a problemi di carattere sociale: disordini, rivolte. Quindi qualcosa che non può essere dominato dalla politica”.
In attesa del fatidico 100% alle prossime elezioni, che garantirebbe al movimento l’attuazione della sua proposta politica, per il momento è impossibile costruire una nuova maggioranza monopartitica che li permetta di governare e quindi di risolvere i problemi che gli esponenti stellati denunciano quotidianamente. A meno che si accetti il compromesso con il Partito Democratico, escluso del tutto dallo stesso Casaleggio: “Dovesse succedere uscirei dal movimento”.
La tradizione assegna a Pericle il seguente motto: “Qui ad Atene noi facciamo così”. Ma, stando alle decisioni degli ultimi mesi, Casaleggio e Grillo vorrebbero sostituirsi ad Atene.
Fabrizio Neironi