Doppio esame per De Laurentiis
Il Napoli 2013-14 riparte senza Cavani e Mazzarri. Il rebus in panchina è stato risolto con l’ingaggio di una certezza come Rafa Benitez, già vincitore di una Champions League e dell’ultima Europa League, rispettivamente con Liverpool e Chelsea. In attacco, invece, il problema non è ancora risolto. Tuttavia, paradossalmente, il vero esame che il Napoli dovrà superare sembra essere più quello legato all’allenatore che non all’erede di Cavani.
Il quesito legato al sostituto del Matador è un problema soprattutto di “immagine”, dovuto alla necessità di regalare alla tifoseria un grande nome in grado di far dimenticare gli oltre 100 gol segnati dall’attaccante uruguaiano con la maglia partenopea.
[ad]Tuttavia, ragionando a mente fredda, più che la ricerca del goleador, il vero scoglio (il problema di “sostanza”) sarà la “riconversione” del Napoli a dettami di gioco molto diversi da quelli praticati nell’ultimo quadriennio.
Per ovviare a queste due incognite, De Laurentiis ha promesso un budget di alto livello. Infatti, oltre ai 64 milioni incassati dalla cessione di Cavani, il patron partenopeo ha stanziato ulteriori 60 milioni da investire nel prossimo biennio. Un tesoretto (da cui sottrarre una quarantina di milioni, già investiti in questo primo periodo di mercato) in grado di coprire ampiamente le lacune presenti nella rosa.
In primis, sarà necessario rivedere i meccanismi di difesa, ormai disabituata a giocare “a 4” dopo il lungo periodo basato sul 3-5-2 caro a Mazzarri. Da questo punto di vista, se il cambio di modulo favorisce e giustifica lo sfoltimento dei difensori centrali in rosa (con Aronica ceduto già a gennaio, a cui si è aggiunto lo svincolo di Campagnaro ed il ritiro dall’attività agonistica di Grava), la necessità di un upgrade qualitativo sembra però evidente. A tal proposito, l’arrivo ormai ufficiale di Albiol rappresenta un tassello importante. E non sono da escludere ulteriori innesti, considerando il noto interesse di Benitez per Skrtel e Agger (già allenati ai tempi del Liverpool) e di De Laurentiis per Astori, giocatori particolarmente adatti ad una retroguardia a 4.
A centrocampo, invece, non sembrano esserci grandi problemi, visto che gli elementi già presenti in rosa (in particolar modo i tre svizzeri Behrami, Inler e Dzemaili) sono abituati ad agire in una mediana “a 2”, con Hamsik incursore centrale avanzato. Tuttavia, non va escluso un eventuale ritorno di fiamma del patron partenopeo per un giocatore come Nainggolan (a lungo inseguito durante la stagione scorsa) oltre all’interesse conclamato per Gonalons, capitano del Lione.
Le carenze più evidenti sembrano però essere sulle corsie laterali di difesa. I vari elementi presenti in rosa (Armero, Zuniga, Maggio e Mesto) sono molto più adeguati ad agire da fluidificanti che non da terzini puri, mostrando qualche lacuna di troppo in fase difensiva. Serviranno almeno un paio di innesti di rilievo, oltre ad una profonda “rieducazione” al ruolo degli elementi suddetti. Al momento, però, la strategia del club sembra piuttosto attendista, anche in virtù della necessità di definire alcune situazioni in bilico, come per esempio Zuniga, in scadenza tra un anno e restio al rinnovo, poiché allettato dalle sirene della Juventus.
Un’altra importante carenza del Napoli “post Mazzarri” riguardava gli esterni offensivi, pedine fondamentali nel 4-2-3-1 di Benitez. In questo settore la società si è mossa rapidamente e con efficacia, regalando al tecnico due elementi come Mertens e Callejon. A loro vanno aggiunti Pandev (che, agendo largo a destra, è stato una pedina fondamentale dell’Inter del Triplete) ed Insigne (maggiormente a suo agio quando parte largo a sinistra).
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E in attacco? Il perno centrale offensivo è sicuramente un elemento chiave del gioco di Benitez. Sino allo scorso anno Cavani ha letteralmente spadroneggiato, non avendo nemmeno una vera riserva di ruolo, se non negli ultimi 6 mesi (con l’acquisizione di Calaiò, che ha comunque trovato pochissimo spazio).
Tuttavia, oggi sembra meno impellente l’esigenza di un grande goleador. La storia vincente di Benitez parla chiaro: il Liverpool che vinse la Champions schierava come terminale offensivo un certo Milan Baros, punta ceka molto mobile ma non dotata di un invidiabile score realizzativo (appena un gol nella Champions 2004-05). Lo stesso è successo al Chelsea fresco vincitore dell’Europa League, in cui Fernando Torres si è dimostrato un giocatore rigenerato ma senza raggiungere le vette realizzative già toccate con i “Reds”.
[ad]Chiaramente un elemento come Mario Gomez avrebbe potuto essere un ottimo acquisto, abbinando una solida esperienza come terminale offensivo del 4-2-3-1 ad una spiccata capacità realizzativa. Tuttavia, la Fiorentina è stata molto abile a bruciare sul tempo tutti gli avversari (Napoli compreso).
Nonostante l’affare Gomez sia sfumato, il Napoli ha tutto il tempo (e soprattutto il denaro) per dare a Benitez l’attaccante ideale per il suo gioco. L’importante sarà non farsi condizionare dalla tifoseria, la quale (giustamente, dal suo punto di vista) chiede un nome che la possa far sognare, spedendo Cavani definitivamente nel dimenticatoio.
Quali i nomi più vicini? Il brasiliano Damiao al momento sembra il favorito, pur essendo notevoli le perplessità sia sulla sua adattabilità al calcio italiano sia sui suoi continui problemi fisici. Nodi da ponderare attentamente, viste anche le richieste dell’Internacional, suo club di appartenenza, che esige almeno 25 milioni per il suo cartellino. Altri nomi che sono circolati (come El Shaarawy e Lamela) non rientrano nella tipologia di attaccante centrale richiesto da Benitez, mentre Torres, Dzeko, Higuain o addirittura Ibrahimovic sembrano irraggiungibili sia per una questione di ingaggi che di scarso interesse per un trasferimento a Napoli. Interessanti potrebbero essere Vucinic (che la Juventus però difficilmente cederà, soprattutto dopo aver visto sfumare l’affare Jovetic), Matri ma soprattutto Osvaldo, ormai sempre più in rotta di collisione con l’ambiente giallorosso.
L’alternativa (che però farebbe storcere il naso alla tifoseria) sarebbe di pescare in provincia un giocatore dal notevole potenziale, da far esplodere definitivamente a Napoli. Come lo è stato Mandzukic (prelevato dal Wolfsburg e fresco vincitore di tutto con la maglia del Bayern) o lo stesso Cavani preso dal Palermo. Ad ogni modo, qualsiasi sia la scelta finale, sarà fondamentale per De Laurentiis non farsi “prendere per il collo”, considerando che l’enorme liquidità a disposizione spingerà inevitabilmente i potenziali venditori ad alzare le richieste dinanzi al patron partenopeo.
Detto ciò, come già sottolineato, il vero problema non sarà la punta centrale (o meglio, non solo) quanto la capacità di costruire un’intera rosa in grado di seguire i dettami di Benitez. Sia acquistando una serie di calciatori idonei a tale gioco, sia facendo perno sulla capacità di adattamento degli altri elementi già in rosa. Tuttavia, la riconversione non sarà facile ne’ immediata. I tifosi dovranno avere pazienza e fiducia, confidando sulla presenza di un allenatore di assoluto valore ed evitando di riservargli lo stesso trattamento ricevuto (non solo a livello di tifoseria, ma anche a livello di giocatori e dirigenza) nell’ultima esperienza italiana. Altrimenti sarà difficile evitare un clamoroso fallimento.