Il teatrino della sfiducia
Dialogo fittizio (ma tratto da una storia vera) tra M. e O.
O. – Io voglio la sfiducia.
M. – Io no.
O. – Io non voglio Berlusconi.
M. – Io sì.
O. – Ma il suo è un governo-Pinocchio!
M. – Balle. Bisogna eliminare l’uso politico del giacobinismo.
O. – Ma se la giustizia è al collasso.
M. – Colpa del pressappochismo, del moralismo e delle manipolazioni di inquisitori solerti e spesso sconclusionati.
O. – Chi, i magistrati?
M. – Sì, e i procuratori organizzati per far fuori Berlusconi. E colpa vostra. Di voi cheproteggevate le Brigate Rosse, la canea rossa.
O. – Buffone!
M. – Specialmente te! Te sei succube di quello schieramento!
O. – Tu sei allergico alla parola giustizia! Roba da vajasse!
M. – Guarda che ti tiro addosso un cellulare!
O. – Pensa a tenere a freno le tue effusioni. Maschili, per di più!
M. – Pensa a te stesso, che non hai preparato una nuova classe dirigente, un’idea di Italia. Sai solo appoggiarti su un ex fascista che sembra davvero un dirigente della sinistra.
O. – E gli affari con Mevdevv? E Sud Stream? Guarda che qui non siamo a Mediaset.
M. – Chi? Comunque sia garantisco sui miei figli e i miei nipoti che non un solo dollaro della diplomazia commerciale è entrato o entrerà nelle mie tasche.
O. – Ah, che triste destino passare dalle trattative con Putin a quelle con Calearo…
M. – E tu, che sali i tetti delle università? Ah, no: tu stai in barca.
O. – C’è poco da fare gli spiritosi. Voi avete distrutto la scuola pubblica, e nel nome del merito. Sarebbe comico se non fosse tragico. O forse per te bastano i Bignami offerti dal Cepu tanto caro a Berlusconi.
M. – Quella è una riforma epocale. Meglio l’elogio dl suicidio che hai fatto per Monicelli, vero?
O. – Sarà meglio il modello feudale che hai imposto dove il principe e la corte gozzovigliano ai danni dei sudditi.
M. – Te lo dico con Einstein: «Più facile spezzare un atomo che un pregiudizio».
O. – Guarda che anche io sono capace di farmi bello con le citazioni. Conosco Il tramonto dell’Occidente di Oswald Spengler, Alcide De Gasperi. E l’immancabile Tomasi Di Lampedusa…
M. – Sì sì, «tutto si cambi per non cambiare nulla».
O. – Ah, so anche Cristo eh.
M. – Quale?
O. – «O con me o contro di me».
M. – Ma quello non era Berlusconi?
O. – Mi sembri un po’ confuso. Sei diventato finiano?
M. – Sarà l’emozione. Scusa.
(Si siede. Ma O. non molla.)
O. – Comunque guarda che il centrodestra non è proprietà privata. E non siamo tutti comunisti.
M. – (Riprendendo fiato.) Traditore!
O. – Ah, giusto. Mancavano solo le liste di proscrizione. Come sotto Stalin.
M. – Sarà. Ma come lo spieghiamo alla signora Maria?
O. – E chi è?
M. – Uno dei 15 milioni di elettori che votano Berlusconi.
O. – Che poi come facciano a votare uno che si è presentato come l’uomo della Provvidenza e parla come un marziano…
M. – Sarà uno degli alieni piovuti dal cielo nelle ultime 72 ore. Magari chiamato daBerenbain, Berenboin, lì. Quel noto costituzionalista.
O. – Fai pure lo spiritoso. Vincerai questa partita truccata a suon di associazione a delinquere e corruzione scientifica. Ma non vincerai il campionato.
M. – Dipende. Basta riuscire a tenere lontano da Camera e Senato i pullman previsti per domani che vogliono far cadere il governo dal basso.
O. – E come pensi di riuscirci? Transennando il centro di Roma?
M. – Sì. E convocando una seduta segreta del Parlamento.
O. – Tanto io ti trovo lo stesso.
M. – Vedremo.
(Se ne vanno, ognuno per la sua strada. Ma senza perdersi d’occhio, finché possono.)