L’Ue inserisce Hezbollah nella blacklist del terrorismo internazionale
Nel corso del Consiglio Affari Esteri di lunedì 22 luglio, i 28 ministri degli Esteri dell’UE hanno deciso d’inserire l’ala militare di Hezbollah nella blacklist delle organizzazioni terroristiche internazionali. Si tratta di una decisione presa dopo molte settimane di dibattito in seno agli Stati membri, che avevano generato alcune fratture interne, poi ricomposte, grazie all’unanimità con cui è stata approvata la decisione.
[ad]Francia e Regno Unito sono stati tra i primi Paesi a sostenere una tale presa di posizione. Mentre Irlanda e Malta erano molto restie a proposito, così come l’Austria, che aveva paura per possibili ripercussioni a danno delle forze ONU presenti nel Sud del Libano. Dello stesso tipo i timori della Finlandia e dell’Italia, che temevano che inserire l’ala militare del “Partito di Dio”, pro-sciita, Hezbollah, al potere in Libano dal 2011, potesse generare gravi instabilità nel Paese. William Hague, ministro degli Esteri britannico, ha dichiarato che “l’Ue ha inviato un chiaro messaggio che è unita contro il terrorismo”. Il riferimento riguarda gli attentati anti- israeliani all’aeroporto di Bourgas, in Bulgaria di circa un anno fa, che sembrano esser stati commessi proprio da una cellula di Hezbollah. Il provvedimento prevede una clausola per una revisione fra sei mesi della decisione e prevede comunque il mantenimento degli aiuti finanziari e umanitari e il dialogo politico con il movimento libanese, finanziato dall’ Iran e ora attivo nella guerra civile in Siria.
Evitare una rottura completa dei rapporti è proprio ciò che cercava l’Italia: il Ministro Bonino, infatti, ha assicurato che comunque che l’Italia intende proseguire “i contatti politici e le azioni di sostegno economico, con tutti gli attori” del Libano, “incluso Hezbollah“.L’inserimento nella lista potrebbe comportare il divieto di viaggiare per persone singole e il congelamento di asset di organizzazioni associate con il gruppo. L’applicazione potrebbe però essere complicata dalla difficoltà di discernere tra l’ala politica e quella militare di Hezbollah, cercando di capire chi possa essere colpito perché realmente appartenente all’ala militare.
Da parte di Israele, principale e storico nemico dell’Hezbollah libanese, il ministro per la Giustizia, Tzipi Livni (che coordina anche i negoziati di pace con i palestinesi), ha espresso la propria soddisfazione per la decisione: “finalmente, dopo anni di dibattiti e di titubanze, è giustamente fallito il tentativo di argomentare che l’attività politica degli Hezbollah ‘sdoganerebbe’ quella terroristica“.
D’altronde, Stati Uniti e Israele premevano da anni per il raggiungimento di questo obiettivo. Il Segretario di Stato americano, John Kerry, ha accolto benevolmente “il messaggio forte” inviato dall’UE, che mostra che Hezbollah “non può agire impunemente” .
Da parte Libanese le reazioni sono state di sdegno e delusione: il Ministro degli Esteri Adnan Mansur ha dichiarato che “alcuni Stati hanno esercitato forti pressioni sull’Unione“,il Presidente libanese Michel Sleimane ha espresso la “speranza che l’Ue possa rivedere la sua decisione, per evitare decisioni precipitose e per preservare la stabilità del Libano”.
Hezbollah si è espressa molto negativamente, sostenendo che la decisione dell’UE, che per il movimento libanese è stata “aggressiva e ingiusta” sia stata orchestrata dalla regia USA-Israele: “l’UE si è piegata alle pressioni amerciano-sioniste e alle pressioni della Casa Bianca– recita il comunicato di Hezbollah- si tratta di una tendenza pericolosa”. “Questa decisione è stata redatta con la mano americana e l’inchiostro israeliano e si è solo chiesto all’Europa di metterci il timbro”
Anche l’Iran nella mattinata di martedì 23 ha commentato la decisione dell’UE, e lo ha fatto attraverso il capo della sua diplomazia, Ali Akbar Salehi,secondo cui la decisione di inserire Hezbollah nella black list si colloca perfettamente nel “quadro degli interessi illegittimi del regime sionista: senza alcuna valutazione corretta sulla crisi nella regione, l’Unione Europea ha preso una decisione sbagliata contro il popolo libanese, e contro Hezbollah, che ha difeso il Paese contro le aggressioni sioniste”. Non deve stupire la strenua difesa di Hezbollah, da parte iraniana, poiché il movimento non solo è finanziato dall’Iran, ma fu creato nel 1982 proprio per volontà delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniane, durante l’occupazione israeliana del Libano. Iran e Hezbollah condividono, inoltre, la comune fede sciita.
Annalisa Boccalon