Fassina: “In Italia troppe tasse, a volte si evade per sopravvivere”, Brunetta “Benvenuto nel Pdl”

Fanno notizia le dichiarazioni rilasciate dal viceministro dell’economia, Stefano Fassina, ad un convegno organizzato dalla Confcommercio sull’economia sommersa. L’esponente del Partito democratico riconosce l’esistenza di un’evasione fiscale “di sopravvivenza”: “Senza voler strizzare l’occhio a nessuno e senza ambiguità nel contrastare l’evasione, ci sono ragioni profonde e strutturali che spingono molti soggetti a comportamenti di cui farebbero volentieri a meno”. Una posizione non comune, soprattutto per un esponente del centrosinistra, dato che, storicamente, è la destra che ha sempre manifestato, almeno a parole, una maggiore sensibilità in materia fiscale, facendosi portatore delle battaglie del cosiddetto “popolo delle partite Iva”.

Le parole di Fassina, che arrivano il giorno dopo il duro monito del premier Enrico Letta indirizzato agli evasori fiscali che hanno aperto conti correnti all’estero, si inseriscono nel contesto dell’economia sommersa che nel nostro paese dilaga: secondo l’Ufficio studi della Confcommercio, infatti, il sommerso economico in Italia corrisponde al 17,4% del Pil, il che significa che ogni anno il “nero” sottrae al Fisco un imponibile da 272 miliardi. Cifre spaventose, astronomiche, che non hanno eguali in nessun altro paese industrializzato: si pensi, ad esempio, che il sommerso in Spagna sta al 9,5%, nel Regno Unito al 6,7%, negli Stati Uniti al 5,3%,  in Francia il 3,9% e in Olanda e Norvegia è addirittura al di sotto dell’1% del Pil.

È ovvio che, a fronte di tale evasione, la pressione fiscale aumenti a danno di chi al controllo non può sfuggire, vale a dire lavoratori dipendenti e pensionati, soggetti alla trattenuta alla fonte. Sempre secondo i commercianti, nel 2012 il livello di carico fiscale rapportata in percentuale al Pil ha raggiunto il 54%, record tra le economie avanzate.

A dare ragione al viceministro dell’economia è il direttore dell’Ufficio studi di Confcommercio, il quale individua “l’alto livello della pretesa fiscale” come il primo incentivo all’evasione: dunque, nonostante “gli italiani siano un popolo di pagatori di tasse”, l’altissima imposizione tributaria costringe una buona fetta di essi ad evadere, pena il fallimento delle proprie attività.

A margine del convegno, Fassina ha toccato anche i temi dell’Imu e Iva, ribadendo la propria contrarietà all’abolizione totale dell’imposta sulla casa, ma proponendo una cancellazione parziale da legare alle sorti dell’Iva: “È possibile eliminare l’Imu sull’85% delle prime caselasciando l’imposta su un 15% di immobili di maggior valore da cui reperire 2 miliardi da utilizzare per scongiurare l’aumento dell’Iva, sostenere i redditi più bassi e rifinanziare la cassa integrazione in deroga perchè la disoccupazione continua ad aumentare”.

Le parole di Fassina non sono però piaciute al leader Cgil Susanna Camusso “Questa battuta sull’evasione di sopravvivenza non si può definire solo una battuta infelice, ma è un drammatico errore politico”.

Di tutt’altro tenore il commento di Renato Brunetta, capogruppo Pdl alla Camera. “Con Fassina ho vaste ragioni di dissenso, e ci ho polemizzato poco fa sull’Imu. Ma talvolta si lascia trascinare dall’istinto di verità e stupisce piacevolmente. Quando sostiene che questa spaventosa pressione fiscale induce gli onesti a evadere per sopravvivere, mi pare di sentire quel Berlusconi che i compagni del suo partito azzannavano come complice degli evasori. Benvenuto nel Popolo della liberta’. Ora mi auguro che Fassina perseveri”.

AGGIORNAMENTO VENERDI’ 26 LUGLIO 2013

Nonostante le polemiche ed il polverone scatenatosi intorno alle sue parole il viceministro Stefano Fassina non fa retromarcia sulle sue parole di ieri riguardo all’evasione fiscale di sopravvivenza e intervistato da alcuni quotidiani ribadisce: “Io l’evasione la voglio sconfiggere ma per contrastarla bisogna riconoscerne le diverse cause. Non sempre e non solo è una questione morale. Non sempre e non solo è l’egoismo sociale dei vip o il ribellismo antisociale. Sì, ci sono anche gli evasori di sopravvivenza”.

E replica a chi lo ha duramente criticato, anche a sinistra: “Non ho nulla da chiarire con Letta, io queste cose le ho già dette e le ho scritte tante volte”.

E a chi lo ha paragonato a Berlusconi risponde: “Ma che c’entra? Come s fa a paragonare quello che ho detto io con le parole di una persona che teorizza l’evasione per le troppe tasse che ci sono in Italia, che ha fatto pagare pochi spiccioli a chi ha portato i capitali all’estero”.

Fassina non crede che quello italiano “sia un popolo di furbi e infedeli fiscali” ma, sottolinea, “se è tanto alta l’evasione vuol dire che ci sono cause di sistema da risolvere”.

EPIFANI CORREGGE FASSINA

La correzione del segretario del Partito Democratico Guglielmo Epifani: ”La linea del Pd è quella che l’evasione si combatte. E’ un punto fermo”.

Ma rispetto alla parole di Fassina aggiunge: ”La sua frase è stata equivocata”. ”Senza voler strizzare l’occhio a nessuno – ha detto Fassina – senza ambiguità nel contrastare l’evasione, ci sono ragioni profonde e strutturali che spingono molti a comportamenti di cui farebbero volentieri a meno”.