Retromarcia M5S, prima presenta il Durt e poi ne chiede la soppressione
Nel corso della seduta fiume alla Camera per il voto di fiducia al Dl Fare, c’è spazio anche per una clamorosa gaffe del deputato del Movimento 5 Stelle Mimmo Pisano. Durante la discussione, infatti, l’esponente grillino ha presentato un emendamento, poi approvato in Commissione bilancio con parere favorevole del governo, che introduce il cosiddetto “Durt” (Documento unico di regolarità tributaria), consistente in attestato che l’imprenditore-appaltatore deve acquisire per verificare la corretta esecuzione degli adempimenti fiscali del subappaltatore ed escludere in questo modo la propria responsabilità solidale. In sostanza la norma dispone che l’appaltatore, se non si attiva per ottenere il Durt e nel caso si verifichino irregolarità fiscali, ne risponde assieme al subappaltatore, a prescindere dalla propria responsabilità. Nata per semplificare, la norma si presenta invece come un’enorme complicazione burocratica, tanto che, viste le bellicose reazioni di Confcommerio e Ance (i costruttori), il viceministro dell’economia Stefano Fassina è intervenuto assicurando al mondo imprenditoriale che, su questo punto, il governo “si ferma e discute prima di procedere”.
A prendere le distanze dal discusso emendamento è stato, però, lo stesso gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle, che ha dunque sconfessato l’azione di Pisano. Di seguito il comunicato della senatrice grillina Barbara Luzzi: “Sul Durt, il Movimento 5 Stelle presenterà in commissione Bilancio al Senato tre emendamenti soppressivi per rimediare a quanto approvato dalla commissione Bilancio della Camera. Con gli emendamenti chiediamo l’abolizione del Durt e della responsabilità fiscale sia in materia Iva che in materia di ritenute d’acconto. In questo modo, approvando anche uno solo dei nostri emendamenti, oltre a cancellare il Durt si migliorerà la normativa vigente a favore delle imprese. Siamo certi che anche tutti gli altri parlamentari convergeranno sulle nostre proposte. Errare è umano, correggere e migliorare è da Movimento 5 Stelle”.
Contro il Durt si è schierato direttamente anche Beppe Grillo, che in un post sul suo blog spiega che “l’emendamento è contrario allo spirito di aiuto alle Pmi del M5S”, precisando che il provvedimento “verrà corretto al Senato”.