PDL, scacco matto al PD. Sposetti (PD): “il partito imploderà”
Domani, 30 luglio 2013, potrebbe essere ricordata come una delle date storiche degli ultimi 20 anni di politica italiana. Infatti domani la corte di Cassazione si pronuncerà sulla sentenza Mediaset, che condanna l’ex premier a 4 anni di reclusione e a 5 di interdizione dai pubblici uffici.
La questione, paradossalmente, vede più in difficoltà il Partito Democratico rispetto al PDL. Infatti, quest’ultimo, sconfessando ogni ipotesi di fuga generale dal partito del cavaliere, sta facendo quadrato intorno al proprio leader, confermando, tra le altre cose, anche la fiducia al governo Letta.
Chi, invece, è veramente in difficoltà è il Partito Democratico, diviso tra l’affaire congresso e il governo, oltre che per la difficile situazione con cui deve confrontarsi il partito di Epifani. Infatti la linea da tenere nei confronti della questione giudiziaria del cavaliere è profondamente complicata.
Scherzosamente, ma centrando il punto, Roberto Benigni, nella prima serata dello spettacolo ‘Tutto Dante’ a piazza Santa Croce a Firenze, ha detto che “al Pd, hanno aspettato per anni che arrivasse una condanna di Silvio e ora, se arriva, sono alleati”. Una cosa molto simile ha detto non troppo implicitamente anche lo stesso cavaliere che, a più riprese, ha dichiarato che in caso di condanna non toglierà la fiducia al governo ma lo farà il PD che non “vorrà più governare con un partito il cui leader ha una condanna sulle spalle”. Così facendo Berlusconi è riuscito a spostare tutta l’attenzione e tutto il peso sul PD che si trova di fronte ad una dura scelta: far cadere il governo per non governare con un condannato o continuare l’esperienza governativa con un Berlusconi condannato? In ogni caso, il PD ne uscirebbe con le ossa rotte, probabilmente più del PDL che gode della piena fiducia di uno zoccolo duro di elettorato che voterebbe Berlusconi anche se condannato, anche per la ferma concezione di magistratura politicizzata.
A confermare tale ipotesi è anche un senatore del PD, Ugo Sposetti, che in un’intervista a QN ha chiaramente detto che nel caso di condanna “il PD salterà come un birillo”. “Sarà la fine di tutto – dice il senatore democratico – , il partito non reggerà l’urto”. Il senatore continua con l’elegia del PD dicendo che “siamo politicamente annientati, nessuno ha ragionato di questa vicenda sul piano politico, non la reggeremo: per noi sarà una botta tremenda e il partito imploderà”. Continuando l’intervista il senatore parla anche del diverso atteggiamento del PDL: “il PDL si arroccherà in difesa del capo e lui da Arcore si dichiarerà prigioniero politico dei magistrati comunisti. Berlusconi dirà che Enrico Letta resta in piedi fino a morte naturale, e noi, pur volendolo mandare a casa, dovremo sostenerlo. Comincerà allora una fase ancora più fessa di quella attuale”. Scacco matto, verrebbe da dire.
Dal mondo politico arrivano, poi, le difese e le barricate dei ‘falchi’ del PDL. “Il fatto che un Paese appartenente all’Occidente democratico come l’Italia trattenga il fiato in attesa di ciò che avverrà il 30 luglio per il processo in Cassazione riguardante il leader del centrodestra Silvio Berlusconi la dice lunga su quale situazione catastrofica può portare un prolungato (dal 1992) uso politico della giustizia” dice Fabrizio Cicchitto, fedelissimo di Berlusconi. Segue a ruota Daniela Santanchè, che dice che “la storia di questi venti anni di accanimento giudiziario ai danni di Silvio Berlusconi ha sinora dimostrato che per il leader del più grande partito di centrodestra la giustizia non c’è”. La fedelissima del cavaliere, poi, continua dicendo che i giudici, in caso di condanna, sconfesserebbero 10 milioni di votanti che hanno scelto di essere rappresentati dal PDL e dal suo leader. Non solo Cicchitto e Santanchè, ma anche Gasparri, Brunetta e altri fedelissimi, tutti insieme appassionatamente a difendere il proprio leader, in attesa della sentenza della cassazione.