Berlusconi: tutti i commenti alla condanna.
Dopo la condanna del Cavaliere, come una mandria di cavalli pungolati da un ferro rovente, i politici si imbizzarriscono e le dichiarazioni dure, euforiche, sarcastiche, timorose e matte si susseguono una dopo l’altra.
Il Partito Democratico, sentendo un verdetto simile, non più di quattro mesi or sono avrebbe organizzato feste, manifestazioni e dimostrazioni di gioia e vittoria in tutto il Paese, ma i tempi sono cambiati ed ora i Democrat sono costretti a valutare il peso di ogni singola parola espressa ai microfoni.
Non è certo un caso se Letta e Epifani hanno ricalcato le parole del Presidente Napolitano, simbolo di imparzialità.
Il premier ha ribadito il rispetto dovuto alla magistratura e, attraverso la frase “Per il bene del Paese è necessario far prevalere in tutti l’interesse dell’Italia rispetto agli interessi di parte” ha implicitamente mostrato un leggero timore riguardo alle conseguenze della condanna che potrebbero ricadere sul governo.
Epifani non si è mostrato ugualmente diplomatico e, ancor prima del videomessaggio di Berlusconi, ci ha tenuto a chiarire che la sentenza deve essere rispettata, eseguita ed applicata ed ha chiesto che anche il PDL rispetti una sentenza che deriva dai fatti e non dai pregiudizi.
Mentre da un lato siede un PD impossibilitato a festeggiare, nella stessa ala delle Camere, c’è chi se lo può permettere.
Vendola, giusto per dimostrare ai più accorti che i calcoli li sa fare, richiama alla moralità il PD: “Credo sia necessario trarre delle conseguenze: non è possibile immaginare che il Pd permanga nella condizione di alleato del partito di Silvio Berlusconi e non è possibile immaginare che Berlusconi rimanga al centro della scena politica. Credo che grandi cambiamenti siano necessari per dare una risposta alla crisi morale del Paese”.
SEL ancora non stappa lo spumante per cercare, dunque, di mantenere una posizione seria e moderata nel caso in cui il PD dovesse tornare a bussare alla porta.
Non si fa attendere il post sul blog di Beppe Grillo che, lui si che è euforico, si slancia in paragoni storici leggermente azzardati: “Berlusconi è morto. Viva Berlusconi! La sua condanna è come la caduta del Muro di Berlino nel 1989. Il Muro divise la Germania per 28 anni. L’evasore conclamato, l’amico dei mafiosi, il piduista tessera 1816 ha inquinato, corrotto, paralizzato la politica italiana per 21 anni, dalla sua discesa in campo nel 1993 per evitare il fallimento e il carcere. Un muro d’Italia che ci ha separato dalla democrazia. Oggi questo muro, da tempo un simulacro, un’illusione ottica, tenuto in vita dagli effetti speciali dei giornali e della televisione, è caduto”.
In questo post, degno della più sublime sceneggiatura dei fratelli Wachowski, Grillo dimostra di avere poca memoria: forse si scorda di essere lui stesso condannato per evasione fiscale ma il popolo italiano si è ormai abituato alle sue sparate.
Sulla stessa linea di Grillo, anche se in maniera meno teatrale, si schiera il deputato democratico Sandro Gozi che parla della fine di un’epoca e dell’inizio di un cammino nell’ignoto.
(Per continuare la lettura cliccate su “2”)
Ma siamo proprio sicuri che il Cavaliere abbia intenzione di mollare? Dopo il videomessaggio di ieri sera, indiscutibile capolavoro di comunicazione, dove si è auto assegnato degli epiteti come martire, come figlio migliore d’Italia e numerosi altri aulici e biblici aggettivi, è sempre più probabile un suo ennesimo ritorno in campo con una casacca rispolverata per l’occasione: quella di Forza Italia.
Berlusconi non ha alcuna intenzione di ritirarsi dalla vita pubblica e politica. Alle 17 è in programma una riunione tra i vertici del PDL che, per ora, si limitano a recitare il mantra – quasi come fossero dei grillini – dell’urgenza della riforma della giustizia.
Tra i più “caldi” del PDL si annoverano Bondi e Biancofiore che parla addirittura di Apocalisse d’Italia.
La Santanchè, nota per i suoi toni provocatori, si aspetta che, per dimostrare che non si tratta di una sentenza politica, i magistrati abbiano le palle – testuali parole – di sbattere in galera il Cavaliere.
La voce femminile, più soave, della Brambilla: “Il consenso di milioni di cittadini non si cancella con una sentenza. E per quanto mi riguarda, l’amarezza è troppo grande per commentare”.
In questo clima di incertezza la comunicazione diventa un fondamento su cui basare quello che potrebbe essere l’inizio di una lunga ed estenuante campagna elettorale e vincere la palma d’oro alla dichiarazione più pittoresca potrebbe dare un buono spunto.
Lorenzo Stella