Tutto il Pdl e Silvio Berlusconi sono dell’avviso di chiedere le elezioni al più presto.
Acque agitate nel Popolo della Libertà dopo la conferma della sentenza di condanna nel Processo Mediaset per il leader del centrodestra da parte della Corte di Cassazione.
Secondo quanto si apprende nella riunione del Pdl Alfano, vicepremier del Governo Letta, in lacrime avrebbe detto: “Non siamo noi quelli che hanno percorsa questa strada in senso sbagliato. Restiamo al suo fianco per lei e per gli ideali che lei rappresenta”.
Nel corso della riunione dei gruppi del Pdl Alfano ha ribadito una strenua difesa del fondatore del Pdl: “Se c’è da difendere i nostri ideali e la storia di tutti noi – e la nostra storia, presidente, coincide con la sua – siamo tutti pronti alle dimissioni, a partire dai ministri al governo”.
Sempre in base alle indiscrezioni Berlusconi ha preso la parola ha spiegato la sua posizione. “Bisogna chiedere al più presto elezioni per vincerle. Riflettiamo sulla strada migliore per raggiungere questo obiettivo”.
Mentre il capogruppo Pdl al Senato Renato Schifani è intervenuto per sottolineare che il Pdl si muoverà perché possa essere restituita a Berlusconi “nel rispetto della Costituzione quella libertà che spetta per la sua storia così da ottenere da Napolitano il ripristino dello stato di democrazia che la sentenza ha alterato”.
Deputati e senatori del Pdl hanno consegnato le loro dimissioni nelle mani dei capigruppo, Renato Brunetta e Renato Schifani. A quanto si è appreso, Brunetta e Schifani con le dimissioni andranno dal presidente Giorgio Napolitano per chiedere “che venga ripristinato lo stato di democrazia”. A domanda se ciò voglia dire una richiesta di grazia per Silvio Berlusconi, viene replicato di sì.
Annoverata spesso tra i cosiddetti “falchi” del Pdl così si è espresso sulla richiesta di grazia per Berlusconi l’onorevole Daniela Santamché: “Noi abbiamo solo un’idea” su come il presidente Giorgio Napolitano potrebbe intervenire sulla condanna a Silvio Berlusconi, “mi fa un po’ effetto pronunciare quella parola legata a Silvio Berlusconi”.
S. BONDI (PDL) “SENZA AGIBILITA’ POLITICA BERLUSCONI RISCHIO GUERRA CIVILE”
Il coordinatore del Pdl, in una nota afferma: “O la politica è capace di trovare delle soluzioni capaci di ripristinare un normale equilibrio fra i poteri dello Stato e nello stesso tempo rendere possibile l’agibilità politica del leader del maggior partito italiano oppure l’Italia rischia davvero una forma di guerra civile dagli esiti imprevedibili per tutti”. Parole che non sono piaciute al Quirinale che ha bollato la sortita dell’esponente del Pdl come “irresponsabile”.
GASPARRI (PDL) “CON NOI IN PRIMA FILA I MINISTRI PDL”
“Abbiamo tutto il diritto di esprimere la nostra solidarietà e il nostro sostegno a Silvio Berlusconi, vittima di decisioni che non lo hanno privato della leadership di un immenso popolo che è e sarà con lui domani a Roma”, sostiene il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri, che aggiunge: “Insieme a tutti noi dovranno essere in prima fila quanti hanno ruoli di governo. Lo spirito pacifico, popolare, fortemente democratico dell’iniziativa ci riguarda tutti. A prescindere da ruoli e responsabilità”.