L’alleanza giallorossa alla prova del voto in Liguria
Domenica 20 e Lunedì 21 settembre i cittadini liguri sono chiamati alle urne per eleggere il nuovo Presidente e il Consiglio regionale. Una legislatura consiliare conclusasi senza particolari intoppi per il Governatore uscente Giovanni Toti e la sua maggioranza di centrodestra, chiamati alla riconferma del risultato di cinque anni fa.
A fronteggiarlo saranno 8 candidati, tra i quali spicca il nome di Ferruccio Sansa, che con Toti condivide la carriera giornalistica.
È attorno al nome dell’inviato del Fatto Quotidiano che si è costruita la coalizione PD-Movimento 5 Stelle, l’unica di questa tornata che vedrà ben 7 Regioni al voto.
I candidati e le liste a loro sostegno
- Giovanni Toti – Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Unione di Centro, Cambiamo/Toti Presidente
- Ferruccio Sansa – Partito Democratico-Articolo Uno, Movimento 5 Stelle, Europa Verde-DemoS-Centro Democratico, Sansa Presidente, Linea Condivisa
- Aristide Massardo – Lista Massardo (+Europa-PSI-Italia Viva)
- Marika Cassimatis – Base Costituzionale
- Carlo Carpi – Lista Carpi (appoggiata dal Partito Radicale)
- Giacomo Chiappori – Grande Liguria
- Gaetano Russo – Il Popolo della Famiglia-Democrazia Cristiana
- Alice Salvatore – Il Buonsenso
- Davide Visigalli – FSI-Riconquistare l’Italia (nei soli collegi di Genova e La Spezia)
- Riccardo Benetti – Ora rispetto per tutti gli animali
La legge elettorale
Le circoscrizioni elettorali della Liguria sono 4, corrispondenti alle province di Imperia, Savona, Genova e La Spezia.
La legge elettorale è la Legge Tatarella e risale al 1995. Prevede un unico turno dove il vincitore è il candidato che riesce a ottenere anche un solo voto in più rispetto agli sfidanti.
I 30 seggi del consiglio regionale sono ripartiti per l’80% in base a liste provinciali e per il restante 20% in maniera variabile come premio di maggioranza oppure ripartito tra le liste di minoranza qualora il vincitore possa contare su un numero superiore a 18 seggi. La soglia di sbarramento è posta al 3% ed è previsto infine il voto disgiunto.
Ciascun elettore può esprimere due preferenze, purché a candidati di sesso opposto. Indicando due candidati dello stesso sesso, il voto va al primo.