Nell’immaginario politico berlusconiano e di Mediaset, il Popolo della Libertà è un partito garantista, cioè rispetta il verdetto della corte a ogni grado di giudizio, a maggior ragione se la sentenza è ormai passata in giudicato.
Però tale definizione sembra essere stata smentita dai fatti: il presidente di Fiera Milano Michele Perini – in quota Pdl – ha gettato benzina sul fuoco direttamente dalla sua pagina Facebook.
Infatti, commentando a caldo la sentenza della Cassazione sulla condanna inflitta all’imputato Silvio Berlusconi, Perini ha postato un commento pesante: “Al giudice De Pasquale bisogna augurare un brutto vivere, di soffrire”. Molti gli utenti che hanno cliccato sul tasto “Mi piace”, sentinella del consenso social.
Poi Perini ha rincarato la dose, in risposta ai numerosi contatti che l’hanno imbeccato: “Facciamo come in Egitto segniamo tutte le case dei giudici, che tutti sappiano dove vivono”, ricevendo nuovamente un ragguardevole sostegno. Peccato che la rete sia così trasparente da non risparmiare ad alcuno la gogna mediatico-telematica.
Dopo aver fatto il giro del web, arrivano puntuali le scuse del presidente di Fiera Milano: “A volte le emozioni e le tensioni superano l’intento, se ho offeso qualcuno mi scuso. Le istituzioni vanno rispettate augurandoci che non vi siano sbagli: il Paese deve andare avanti per il bene di tutti”.
Perini ha al suo attivo numerose cariche in vari consigli d’amministrazione, basta dare un’occhiata al curriculum pubblicato sul sito di Mediaset per la verificare la lunga lista degli incarichi.
Questo episodio rimanda al gesto del 2011 – ancor più “spettacolare” – di Roberto Lassini, ex candidato alle Comunali milanesi e presidente dell’associazione “Dalla parte della democrazia”, autore dei manifesti affissi davanti al Tribunale di Milano “Via le BR dalle procure”.
Lo sfogo di Perini segnala che la situazione è ormai degenerata, come ha confermato il mite parlamentare Sandro Bondi, il quale ha parlato di “rischio di guerra civile” nel paese. Mentre si prepara la successione a Berlusconi con la figlia Marina. Sebbene il re non intenda abdicare per nessuna ragione.
Fabrizio Neironi