A due ore dalla lettura della sentenza in Cassazione, nell’ultimo atto del processo Mediaset, il capogruppo M5S alla Camera dei Deputati Riccardo Nuti avrebbe inviato una mail ai propri colleghi di Aula.
Il quotidiano La Repubblica ne ha pubblicato il testo completo, dopo esserne entrato misteriosamente in possesso.
L’oggetto della mail riporta: “IMPORTANTE – Linee Guida Comunicazione – Processo/Sentenza Berlusconi”. Si tratta infatti di un copione ad usum Delphini (o, in questo caso, deputati), che detta la linea e il tenore delle dichiarazioni da rilasciare alla stampa da parte dei parlamentari del Movimento. Insomma, saremmo davanti a un prestampato concordato con i vertici pentastellati.
Il documento riporta delle “linee generali”, in cui si fissano i presupposti dialettici dell’opinione dei 5 Stelle sull’intera vicenda Mediaset: “CONDANNA / NON CONDANNA, FA DIFFERENZA?” oppure: “RESPONSABILITA’ DI CHI? È solo Berlusconi/Pdl o ci sono i soloni di Pds/Ds/Pd? Perché non c’è conflitto d’interessi” o ancora: “GIUDIZIO DI MERITO, NON GIUDIZIARIO. I guai provocati da vent’anni di berlusconismo (fosse cdx o csx fa lo stesso) sotto gli occhi”.
Più che a entrare nel merito della vicenda giudiziaria, le riflessioni dei grillini punterebbero nuovamente a sottolineare il “grande inciucio” Pdl-Pd, senza curarsi della gravità della sentenza in sé.
Nella sezione “Topic”, la mail del cittadino Nuti confezionerebbe dichiarazioni mediatiche, consegnandole ai colleghi-portavoce del M5S. Sorprende però l’incoerenza nella loro stesura. Prima si dice: “In un altro Stato europeo un politico condannato in secondo grado a quattro anni per evasione fiscale e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici sarebbe stato immediatamente allontanato dalla vita politica”; subito dopo: “Il Movimento 5 Stelle tace di fronte a questa condanna, perché lo sfacelo dell’Italia berlusconizzata con l’avallo dei vari D’Alema, Veltroni e Violante è sotto gli occhi di tutti”.
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Non si capisce per quale motivo il primo partito della Camera dei Deputati dovrebbe rinunciare a esporsi su una vicenda così importante, poiché riguarda il protagonista assoluto della (fantomatica) Seconda Repubblica. È risaputo che il peggior nemico dell’antiberlusconismo e degli oppositori a Berlusconi tout court sia la convinzione che si possa fare a meno politicamente del (quasi ex) Cavaliere.
Ma il movimento pentastellato riterrebbe il problema Berlusconi ormai superato e anzi strizzerebbe l’occhio al Partito Democratico: “Che cosa dovrebbe fare il Pd? Chiudere con il governo, fare una legge elettorale con noi e andare a votare. E se Napolitano non volesse sciogliere le camere allora toccherebbe a noi, dopo questo fallimento”.
Per la prima volta in assoluto, i 5 Stelle parlerebbero di possibile alleanza di transizione (anche) con il partito di Epifani e Letta in un governo a guida M5S: “Un governo su cinque punti: legge elettorale, reddito di cittadinanza, misure PMI, abolizione finanziamento pubblico ai partiti, legge conflitto interessi”. Difficile che succeda, nonostante ci sia la disponibilità dei grillini a questa soluzione “obbligata”.
Eppure, stamattina, il presunto autore della mail ha pubblicato un post sul profilo personale di Facebook, in cui smentisce seccamente la soffiata di Repubblica: “Oggi viene scritto di una nostra apertura al PD ovviamente FALSA. Lo abbiamo detto più volte: il PD è il PDL e con il PD mai”.
Che la mail sia o meno autentica – il beneficio del dubbio è d’obbligo –, quello che dovrebbe far preoccupare un qualsiasi elettore o per giunta iscritto al M5S non è tanto il suo contenuto, quanto l’approccio comunicativo. Vecchio e consunto, da Prima Repubblica.
Fabrizio Neironi