Gli ultimi dati del rapporto Eures-Ansa (11 luglio 2013) sul femminicidio in Italia sono impietosi: nel 2013 sono state uccise 81 donne, di cui il 75% nel contesto familiare o affettivo. Letta e i suoi partner di governo lo sanno e questa mattina sono intervenuti direttamente per bloccare questo vile e meschino fenomeno che attanaglia il nostro paese. Il Consiglio dei Ministri ha finalmente approvato il decreto anti femminicidio. L’annuncio del premier era arrivato in mattinata via twitter e subito dopo nella conferenza stampa presieduta anche dal Ministro degli Interni Angelino Alfano.
“C’era bisogno nel nostro Paese di dare un segno fortissimo, ma anche un cambiamento radicale sul tema” ha detto Letta dichiarandosi “molto orgoglioso che il nostro governo abbia deciso questo intervento”(corriere.it, 08/08). Il decreto è snello: 12 articoli ma solidi. Ad illustrarlo Angelino Alfano: “Abbiamo oggi approvato una serie di norme con tre obiettivi: prevenire la violenza di genere, punirla in modo certo e proteggere le vittime. Su questi obiettivi-ha continuato il vicepremier- abbiamo organizzato una serie di norme che hanno lo scopo di intervenire tempestivamente prima, di proteggere la vittima, di punire il colpevole e di agire perché la catena persecutoria non arrivi all’omicidio”.
Oltre al femminicidio, nel decreto sono presenti anche articoli contro il cyberbullismo , per “l’arresto obbligatorio in flagranza per delitti di maltrattamento familiare e stalking” e stabilito un permesso di soggiorno agli stranieri che subiscono violenze “per motivi umanitari”. Al vertice di stamani è intervenuto anche il ministro della Giustizia Cancellieri che ha definito il decreto “importante, perché in passato spesso le donne per difendere i figli rinunciavano alla denuncia”.
Giacomo Salvini