L’(inevitabile) ascesa di Marina Berlusconi
I dubbi di Silvio Berlusconi sulla leadership di Alfano, prima, e la condanna definitiva al processo Mediaset, dopo, hanno aumentato di fatto il chiacchiericcio politico intorno a una possibile discesa in campo di Marina Berlusconi, primogenita del Cavaliere e presidente dell’impero Fininvest.
A dire il vero, nelle ultime ore, numerosi sono stati gli appelli accorati di alcuni berluscones: Daniela Santanché è la sostenitrice più entusiasta della “seconda” discesa in campo berlusconiana, così come Micaela Biancofiore, Maria Stella Gelmini e le altre “amazzoni” azzurre.
Non dimentichiamo però il parere degli “extraparlamentari” Flavio Briatore – come ha riportato Giuseppe Spadaro per TP – e Fedele Confalonieri. Proprio quest’ultimo ha spronato con più convinzione la presidente della casa editrice Mondadori: “Prima c’è il presidente, poi le aziende. Perché senza il presidente non ci sono neanche le aziende”.
L’assioma di Confalonieri è forse una presa d’atto delle difficoltà nelle quali il Biscione e le sue controllate potrebbero incorrere nei prossimi mesi. Per questo motivo, in caso di nuove elezioni entro fine anno, con il padre impossibilitato a presentare nuovamente la sua candidatura alla guida di Forza Italia, Marina si troverebbe “costretta” a prendere in mano il centrodestra, per salvaguardare gli interessi di famiglia.
Allora la “dottrina Confalonieri” varebbe più di uno sprone, nonostante i consigli opposti dello stesso Berlusconi senior che vorrebbe evitare un’ulteriore sofferenza alla figlia, non proprio abituata ai riflettori del circo mediatico. Si sa, il leader Pdl-FI è un “animale politico” e neanche il corso accelerato di “elementi di politica italiana” tenuto da Paolo Del Debbio potrebbe far comprendere al presidente di Fininvest i meccanismi di un mondo così intricato come l’agone politico nostrano. Marina può solo imparare dal padre, dalla sua rivoluzione comunicativa e dallo sfruttamento dei media di famiglia.
Ieri Libero – il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro – ha pubblicato le cifre di un sondaggio interno commissionato dal Cavaliere: ebbene, il gradimento di Marina, tra gli elettori del centrodestra, raggiungerebbe il 30%. Diversamente, l’istituto Ghisleri assegna il 29% al solo Pdl-FI. Poi bisogna fare comunque i conti con i tentennamenti dei big del partito come Renato Brunetta e il “gran coordinatore” Denis Verdini, non proprio una voce di basso profilo.
Arriva invece cautela dalle parole del principale architetto del progetto forzista del secolo scorso, Marcello Dell’Utri, che sulla discesa in campo di Marina ha detto: “Ci vuole un po’ di tempo, va costruita”. Si consideri anche il parere del “lord ciambellano” Gianni Letta, primo consigliere di Silvio Berlusconi: Marina non potrebbe essere la persona giusta per guidare con carisma un partito che basa il suo consenso sull’azione del leader.
Insomma, per il momento la candidatura di Marina è solo una chiacchiera estiva. Ma la pressione su di lei salirà nel trimestre prossimo, periodo di primarie e soprattutto zona Renzi. Se il congresso Pd si farà, il sindaco di Firenze potrebbe mobilitare la grande macchina della Fondazione Big Bang e i comitati “Adesso” di tutta Italia per vincere la sfida contro l’establishment democratico. E a quel punto la scelta della “Cavaliera” sarà inevitabile.