Ieri mattina Laura Boldrini era stata chiara: “La Camera non chiude per ferie: commissioni ed Aula possono essere convocate in qualsiasi momento“.
L’invito era rivolto a tutti gli occupanti di Montecitorio e, verosimilmente, anche ai giornalisti che erano assiepati al loro posto ad seguire l’ultima giornata programmata di dibattito parlamentare.
Qualcuno di loro, però, non deve averci creduto molto e qualche conto facile facile l’ha fatto. Considerando che la nuova riunione per i deputati era già stata fissata per il 5 settembre (c’è da discutere il disegno di legge costituzionale che istituisce il Comitato per le riforme), è stato facile contare 26 giorni di inattività; per il Senato, che si riunisce il giorno prima, lo stop agostano sarebbe di 25 giorni.
Per qualcuno la pausa non è affatto breve: lo pensa, tra gli altri, Massimo Leoni di SkyTg24, che è andato anche a scartabellare tra le convocazioni delle aule negli ultimi tre anni per vedere cosa fosse accaduto in precedenza, concludendo che “le vacanze lunghe sono una di quelle cose che non cambiano mai”.
Questo è accaduto nonostante la crisi che certamente già nel 2010 era presente, al pari dell’antipolitica che con il tempo è sempre cresciuta e che si sarebbe acquietata (forse) vedendo più lavoro nei palazzi parlamentari.
Nel dettaglio, nel 2010 si conterebbero 40 giorni di ferie per la Camera e 39 per il Senato, il numero più alto degli ultimi anni. L’anno successivo si registra il taglio più sensibile, ma non tanto da scendere sotto al mese: nel 2011 (l’estate in cui, ricorda Leoni, il governo italiano riceve una lettera dalla Bce contenenti le misure da attuare in fretta mentre lo spread saliva alle stelle) Montecitorio resta comunque chiuso per 33 giorni, Palazzo Madama per 31. L’anno scorso, infine, il numero scende ancora ma di poco: 29 giorni di chiusura per la Camera, uno in più per il Senato.
Proprio oggi la presidente Boldrini ha dichiarato come sia “prevedibile che la Camera debba riunirsi già dopo il 20 agosto per la presentazione di un decreto“. Alla sua pagina Facebook, tra l’altro, ha affidato alcune riflessioni tra l’ironico e il piccato: “Se facciamo un confronto con gli altri Parlamenti europei, questa volta l’Italia dà il buon esempio”.
La terza carica dello Stato non si limita a una dichiarazione, ma snocciola anche dati e date sulle ferie parlamentari: “L’emiciclo di Strasburgo si è fermato il 4 luglio per riaprire i battenti il 9 settembre, i due rami del Parlamento francese sono chiusi da metà luglio e i lavori riprenderanno il 10 settembre, la Camera dei Comuni del Regno Unito ha tenuto l’ultima seduta il 17 luglio e la prossima è convocata il 30 settembre. L’ultima seduta del Bundestag è stata il 28 giugno scorso e la riapertura non è stata ancora fissata”. E’ già qualcosa, ma per qualcuno non è detto che basti.
Gabriele Maestri