Più il proprio ego
Insomma c’è Giuliano Ferrara che fa una puntata contro Luigi De Magistris dicendogli che è diventato un semidio, un eroe, fa il duro (caratteristica tipica di un magistrato come De Magistris) ma non sarebbe nessuno se avesse indagato scrupolosamente e con successo, se avesse impostato inchieste che mettessero capo a qualcosa di vero, se fosse stato insomma ciò che deve essere, un eroe anonimo della giustizia giusta (ma era la politica il suo core business).
Durante questa puntata contro Luigi De Magistris, Giuliano Ferrara se la prende anche con Michele Santoro, il suo sponsor, il compare televisivo (lo chiama di nuovo sponsor), che è famoso e ha successo perché facendo tutto questo rumore il successo è garantito, ed ecco, io, Ferrara, gli proporrei con affetto di chiedere scusa ai suoi telespettatori, digli la verità, Michele, spiega ai tuoi telespettatori che hai fatto dei numeri da circo mediatico giudiziario, fallo almeno per la memoria di Enzo Tortora, che in circostanze simili è stato ammanettato, massacrato dalla giustizia, una vita rovinata (e le vittime in Italia non avranno mai risarcimento).
Passa qualche giorno e Michele Santoro apre la sua puntata di Annozero rispondendo a Giuliano Ferrara, con cui è complicatissimo polemizzare, dice, perché lui può per l’azienda per la quale lavoro insultarmi liberamente, e se mi chiama «compare» nella sua trasmissione comodamente assestata dopo il Tg1 si chiama libertà di espressione. Poi se non porta nemmeno una sua mezza pezza d’appoggio questo è talento puro, il fatto è che non me lo posso permettere (ma non me lo voglio nemmeno permettere), e sarà l’ultima volta che farò riferimento a Ferrara perché da oggi in poi quello che mi dirà da qui mi entra e da qui mi esce.
E insomma Santoro dice che Ferrara invece sostiene che siccome un’inchiesta è stata archiviata deve chiedere scusa agli italiani, come se quando è stato condannato Previti per aver corrotto i giudici avessi dovuto dire, Ehi tu, Giuliano, Ehi tu, Silvio, è stato condannato Previti, adesso dovete andare in ginocchio a Montevergine. Allora che fai, dici ‘ste cose senza il contraddittorio? Questo non si può fare, caro Ferrara, posso dirti che quando faccio qualcosa io dietro di me non ho l’ombra dell’Unione Sovietica, di Craxi, di Berlusconi, del Vaticano o della Cia: faccio qualcosa e me ne assumo la responsabilità.
Ma in questo paese se racconti una storia e questa da fastidio a Prodi a Mastella a Bassolino questo non mi porta un titolo d’indipendenza, ti dicono «sei uno scemo» perché qui devi essere embedded, coperto da una parte, oppure bipartisan, cioè coperto da tutti. Questa è l’alternativa che si pone al giornalismo nel nostro Paese.
Le bombe devono essere intelligenti, dice Santoro, come quelle di Ferrara (una genialata), come prendere una trasmissione uguale uguale, stesso logo, stessa scenografia, fa risparmiare un sacco di tempo. Pensate quant’è geniale il nostro direttore generale che risparmia un sacco di soldi perché riesce ad avere tutto questo gratis. Quindi si può mirare, fuoco. Un botto che si sente fino a Napoli: che è, una bomba? No, è Giuliano Ferrara.
Nel frattempo l’unica notizia è che a entrambi interessa più il proprio ego del proprio mestiere. Ma lo sapevamo già, non serviva la prima serata.