L’alternativa è secca: trovare i fondi per l’istruzione pubblica oppure lasciare che il sistema si distrugga. E’ questo lo scenario apocalittico (ma realistico) disegnato oggi dal ministro dell’istruzione Maria Chiara Carrozza.
Il ministro era intervenuto alla commemorazione dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema e in quell’occasione aveva dato alcune indicazioni sull’azione futura del governo Letta: “Il decreto del Fare è solo l’inizio. Stiamo lavorando per un provvedimento più importante per la scuola. La scuola deve essere al centro dell’attenzione per il futuro“.
Come sempre accade, la battaglia si sposta dal piano delle idee a quello delle risorse, decisamente più problematico: la Carrozza, per parte sua, sembra piuttosto determinata. “I fondi per la scuola devono essere trovati perché non c’è un piano B. Il piano B e’ la distruzione della scuola, il retrocedere del nostro Paese“.
Quello evocato dal ministro non è un finale tragico di fantascienza: è quanto emergerebbe già oggi dalle statistiche. “Lo dicono tutti i rapporti, noi stiamo scalando perché non investiamo abbastanza – nota la Carrozza -. Quindi io mi rivolgo ai cittadini, se loro lo vogliono i soldi si troveranno”.
Il settore della scuola, peraltro, ha conosciuto negli anni una sorta di atteggiamento contraddittorio da parte dei ministri che si sono succeduti nel tempo. Restano ben impresse nella memoria dei commentatori politici le dichiarazioni che undici anni fa, al tempo del governo Berlusconi bis, rilasciò l’allora ministro Letizia Brichetto Moratti: lei approfittò della visita del Papa in Parlamento per accusare il titolare dell’economia Giulio Tremonti di “scarsa sensibilità” sul tema dell’istruzione, visti i tagli progettati.
Una stoccata rumorosa, che però non produsse effetti concreti, visto che altri tagli sarebbero arrivati in futuro. Magari ricordando che la scuola “deve smettere di essere un ammortizzatore sociale e uno stipendificio“, come aveva fatto nel 2008 la neotitolare del ministero Maria Stella Gelmini, attirandosi qualche plauso e una marea di critiche.
Ora per Maria Chiara Carrozza i soldi vanno trovati, senza se e senza ma. La missione è importante: c’è da sperare che non sia impossibile.
Gabriele Maestri