Di parlamentari targati Udc, a questo giro, in Parlamento ne sono entrati pochi, eppure Pierferdinando Casini pensa già alla prossima di legislatura, immaginando uno schieramento alternativo alla sinistra diverso da quello attuale.
Intervistato da Paola Di Caro per il Corriere della Sera, il leader dell’Udc esalta l’alternanza, ma non risparmia nessuno dei “poli” delle ultime elezioni, compreso il suo.
“Se in Italia, dopo 20 anni, non ha funzionato un bipolarismo temperato è stato per la duplice criminalizzazione, di Berlusconi e dei comunisti – spiega Casini -. Si è preferito ‘non fare prigionieri’ e si è persa una grande occasione”. Riconosce il “cattivo risultato” della coalizione montiana, ma ricorda il fallimento del governo Berlusconi e sottolinea le responsabilità del Pd nell’esistenza di un “bipolarismo sbracato” (“I democratici, esclusa la parentesi veltroniana, non hanno mai voluto avere ‘nemici’ a sinistra. Il fatto che Renzi sia diventato l’icona di chi vuole sfasciare il governo Letta, deve far pensare”).
Le strade di Casini e di Berlusconi si erano separate nel 2008, dopo la “svolta del Predellino”: “Fino ad allora ho cercato di moderare il centrodestra dall’interno – ricorda – poi ho ritenuto più coerente una testimonianza solitaria”. Ora che, dopo la condanna di Berlusconi, qualcosa dovrà per forza cambiare, Casini potrebbe di nuovo virare leggermente a destra.
Alla giornalista che gli chiede se l’Udc sia pronta a muoversi in quella direzione, lui sposta leggermente il tiro e mette parte del cerino nelle mani dei berlusconiani: “Siamo pronti ad assumerci la responsabilità di scegliere. Ma oggi il Pdl non può sprecare l’occasione scegliendo una deriva avventurista“. Il futuro per il leader Udc è rappresentato da “nuove convergenze in nome delle comuni appartenenze europee del Ppe”.
Sul destino del Cavaliere, Casini si dice certo delle sue dimissioni da senatore, per evitare “l’umiliazione di un voto che lo vedrebbe pesantemente sconfitto. Per lui è una prova dura, ma solitamente nelle circostanze difficili dà il meglio di sé”.
Casini non parla della sentenza della Cassazione, pur ribadendo che “un certo accanimento giudiziario nei confronti di Berlusconi è difficile da negare” e, dall’altra parte, che la riforma della giustizia non è stata fatta “perché si è preferito inseguire, in modo disarmonico e spezzettato, i singoli procedimenti giudiziari in cui è stato coinvolto Berlusconi“.
Quanto invece alla cosiddetta “agibilità politica” per Berlusconi, per il leader dell’Udc gli spazi sembrano davvero pochi: “Il tema della sentenza di Berlusconi non è eludibile. Bisogna prendere atto che la sentenza c’è stata e che avrà i suoi effetti. Pretendere in questo momento provvedimenti speciali serve solo a non ottenere nulla; concretamente, non vedo cosa si potrebbe inventare”.
Ultimo nodo affrontato, quello delle elezioni anticipate: “Napolitano ha ripetuto che con questa legge non si vota: in caso di crisi, si cercherebbe di formare un nuovo governo che non sarebbe certo un ricostituente… Alla base di questo governo però c’era anche l’accordo per superare l’Imu nell’attuale forma: sono possibili soluzioni intelligenti, come quella di una service tax che piace anche a un loro sindaco come Cattaneo. Un accordo andrà trovato”.
Gabriele Maestri