Ex An affittasi? Non è poi qualcosa di così lontano dal vero: il fenomeno non riguarda le persone, però, ma le sedi.
Negli ultimi mesi, il centrodestra italiano sta vivendo un periodo travagliato per la ricerca di un’identità ben definita, in vista di possibili elezioni entro fine anno.
Ma la costruzione di una coalizione forte e unita, agli occhi degli elettori, ha bisogno di ingenti capitali per finanziare l’attività politica. Ora, il disegno di legge sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti – il cui iter parlamentare è stato rinviato a settembre – rischia di lasciare a secco i tanti movimenti(ni) desiderosi di partecipare alla competizione elettorale. ù
Forse anche per questo la Fondazione “Alleanza Nazionale” (FAN) – detentrice degli immobili e del simbolo elettorale del fu partito di Gianfranco Fini – ha pubblicato, il 23 luglio scorso, un bando di affitto a titolo oneroso degli appartamenti e delle sedi di proprietà, eccetto la sede storica aennina di via della Scrofa, nonché sede della fondazione.
Andando a scorrere il suo patrimonio immobiliare , si rimane subito colpiti non solo dalla quantità di appartamenti/sedi sparse in tutto lo Stivale (più di 50), ma soprattutto dal numero di vani che possiedono (fino a 12) e dalla loro ubicazione (tre stanze a Torano Castello, in provincia di Cosenza, un paese di 5000 anime circa).
Il tutto gestito da tre società partecipate: Italimmobili srl, Immobiliare Nuova Mancini srl e ISVE srl, mentre la sede romana di via Paisiello e quella di Monterotondo fanno riferimento direttamente alla FAN.
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Sia chiaro, il consiglio di amministrazione della fondazione non è il solo a gestire un patrimonio così considerevole, eppure un partito politicamente “inesistente” fino a poco tempo fa riceveva ancora finanziamenti pubblici.
In realtà, la FAN è in attività: è editrice del giornale Il Secolo d’Italia e ha ricevuto, nel 2012, rimborsi elettorali per 65 milioni su conti intestati a An. Allo stato attuale – secondo il Corriere – la fondazione gestisce “45 milioni di euro in immobili e 50 milioni di euro in patrimonio non immobiliare”.
Tra i componenti del CdA risultano gli attuali parlamentari Ignazio La Russa (ora Fratelli d’Italia), Maurizio Gasparri, Altero Matteoli e l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno (PdL). Dunque si tratta di una fortuna divisa tra le due anime del centrodestra italiano, non ancora consolidatesi (FdI non sostiene l’attuale esecutivo). Ne è stato invece escluso l’ex presidente di Montecitorio Fini, dopo il celebre affaire Montecarlo che l’ha letteralmente inguaiato.
Franco Mugnai, ex senatore An e presidente della FAN, ha detto: “Noi non siamo un ente di lucro. Abbiamo una nostra finalità: dare il massimo supporto a programmi e ideali che furono di An e in parte anche di chi le ha dato vita. Il nostro compito è accertarci che questi valori siano testimoniati quotidianamente e che abbiano la più ampia diffusione possibile”.
Primo dovere risulta quello di “conservare il patrimonio: negli ultimi anni tra tasse, manutenzione ordinaria e straordinaria, la spesa è stata di 1 milione e 300 mila euro, 480.000 solo l’ultimo anno. – ammette Mugnai -. Le sedi sono in affitto, sì, aspettiamo di valutare l’interesse e poi decideremo. Certo, ci sono alcune sedi che hanno rappresentato un evidente punto di riferimento nella storia della destra: in via Sommacampagna è difficile che ci vada un’estetista. Ma insomma, staremo a vedere”.
La Russa giura che non verrà consegnato neanche un vano a “partiti o associazioni di sinistra”. Al di là delle preferenze sui futuri affittuari, la fondazione spera di poter rimpinguare al più presto le sue casse: c’è da mantenere un patrimonio, più che il consenso.